Canto al Vangelo (Mc 9,7)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
“Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!”
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo (Mt 17,1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
Nell’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore
Riflessione
La Liturgia di questa seconda Domenica di Quaresima presenta il racconto della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. L’esperienza della Trasfigurazione rivela ai discepoli la divinità di Gesù ed allo stesso tempo è prefigurazione di ciò che sarà della Chiesa, cioè di coloro che ascoltano la parola di Dio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. E’ l’invito del Padre fatto agli uomini, quello di ascoltare la sua Parola; Gesù è la Parola incarnata: “Il Verbo si fece carne e venne a dimorare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).
Ascoltando la Parola, il discepolo fa esperienza di Dio immettendosi dentro l’esperienza della vita trinitaria che è l’esperienza dei figli che si sentono amati dal Padre. L’uomo che fa spazio nella propria quotidianità all’ascolto di Dio, potrà vivere l’esperienza della trasfigurazione, cioè della resurrezione, che dona pace, gioia, pienezza e amore. Gesù stesso invita i tre discepoli, che udirono la voce dal cielo, ad alzarsi da terra, cioè a risorgere e a non temere: “Alzatevi e non temete”.
Questo racconto indica il principio e la fine del cammino del discepolo; il discepolo infatti è chiamato a fidarsi di Dio, del suo amore e ad intraprendere sempre il nuovo cammino della propria conversione mettendosi alla sequela di Cristo.
E anche quando vivrà il dolore e le molteplici prove della vita, dovrà sempre avere la certezza che il cammino della croce, vissuto con Cristo, conduce sempre alla Resurrezione, partecipazione, cioè, della gloria dei figli di Dio, in Gesù Cristo. Per chi spera in Dio, il Signore diventa il suo aiuto ed il suo scudo, e tutto attende dal suo amore, come ci ricorda il Salmo Responsoriale di questa liturgia domenicale.
Letizia Franzone