Vangelo della domenica (13 novembre) / L’uomo che vive con Dio non deve fermarsi alle cose futili ma guardare all’essenziale

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Canto al Vangelo ( Lc 21,28 )

Alleluia, alleluia. Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. Alleluia

Vangelo ( Lc 21,5-19 )

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».gesu-che-parla-alla-gente1-300x225
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.  Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore

Riflessione

Con questo brano l’evangelista Luca intende insegnare a leggere la storia alla luce del mistero di morte e risurrezione di Gesù. Le parole di Gesù rivolte a coloro che ammiravano lo splendore del tempio, fanno spostare l’attenzione dell’uomo su ciò che è realmente necessario per la salvezza. Gesù non soddisfa le curiosità di coloro che si preoccupano su quando avverrà la fine del mondo, o di coloro che cercano di dare risposte di fronte alle varie vicende disastrose che si susseguono sulla terra, ma con prontezza insegna all’uomo che il mondo ha nel Padre il suo inizio e il suo termine, esortandolo a vivere la propria esistenza con questa visione. Dentro le innumerevoli difficoltà della vita, dentro quelle vicende che sembrano segnare la fine, il discepolo di Cristo è chiamato a scorgere quella storia di salvezza che lo chiama ad una fedeltà che va oltre la logica del mondo. Il cristiano che vive la verità del Vangelo, non sarà esente da incomprensioni, da lotte, da rifiuti da parte spesso dei suoi più intimi, ma tutto questo non deve intaccare la costanza e la fedeltà dell’annuncio. Il discepolo di Cristo infatti, vive la fede di sapere che nemmeno un capello del suo capo andrà perduto, nel senso che tutto ciò che vivrà con Dio, sin da questa vita, sarà per sempre dentro l’amore del Padre. L’uomo che vive di Dio e con Dio, non deve fermarsi di fronte alle cose futili ed effimere, pur se belle, poggiando la propria sicurezza su di esse, ma invece deve saper guardare l’essenziale ed il necessario andando oltre ciò che passa. E il necessario e l’essenziale è la relazione con Gesù morto e risorto per noi. E’dentro questa storia di salvezza donata da Dio che l’uomo è chiamato a vivere sin da questa vita con la logica della risurrezione e non con la logica dell’effimero che turba e inquieta. L’uomo che vive la logica della risurrezione di Cristo, è colui che vive la gioia data dell’annuncio del Vangelo, vive la gioia e la bellezza di sentirsi sempre amato come figlio di Dio che è Padre d’infinita misericordia e di tanta tenerezza. E nelle contrarietà della vita, questo figlio amato, sperimenterà la vicinanza di Dio che sempre lo esorta a rialzarsi con speranza: “Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”, come ricorda il Canto alleluiatico di questa domenica.

Letizia Franzone