Vangelo della domenica (13 settembre) / Gesù insegna con amore il perdono vicendevole

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Canto al Vangelo ( Gv 13,34 )
Alleluia, alleluia. Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Alleluia
Vangelo ( Mt 18,21 – 35 )
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi.
Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore
Riflessione
La Liturgia di questa domenica ci presenta il brano del vangelo di Matteo nel racconto di Gesù che insegna a Pietro il valore del perdono vicendevole.
Gesù, alla domanda di Pietro riguardo quante volte bisogna perdonare il fratello che commette un torto contro di te, Gesù risponde raccontando la parabola del padrone buono che condona tutto il debito al suo servo, a differenza del servo che invece non volle condonare il debito ad un suo compagno.
Attraverso questa parabola Gesù insegna che come Dio perdona ogni nostra colpa ogni volta che riconosciamo l’errore e chiediamo perdono, allo stesso modo dobbiamo perdonare il nostro fratello.
Gesù ci esorta ad amarci vicendevolmente come Lui ci ama, consapevoli che tutti siamo fragili e bisognosi di perdono.
Il cristiano comprende l’importanza ed il valore del perdono e riconoscendosi fragile e bisognoso dell’ amore di Dio, diventa a sua volta misericordioso verso il fratello che gli fa un torto.
Più ci si sente fragili e bisognosi di essere abbracciati dalla misericordia di Dio, più si diventa misericordiosi verso la fragilità altrui; più ci si sente amati e più si è capaci di donare amore.
Il cristiano riconosce questo infinito amore misericordioso di Dio che attraversa la propria vita ridestando in lui il sentimento della gioia e della gratitudine, come ci ricorda il Salmo Responsoriale di questa domenica: “Il Signore è buono e grande nell’amore. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici”.

 Letizia Franzone

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