Canto al Vangelo ( Cfr. Gv 6,63 c.68 c )
Alleluia, alleluia. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. Alleluia
Vangelo ( Lc 10,25 – 37 )
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». Parola del Signore
Riflessione
La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Luca nel racconto della parabola del “Buon samaritano”. Gesù è interrogato da un dottore della Legge che vuole metterlo alla prova, chiedendogli cosa si deve fare per ereditare la vita eterna. A questa domanda Gesù risponde: “Cosa sta scritto nella Legge?”, e costui: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Tutta la Legge è compresa dentro questo primo comandamento; amare Dio con tutto se stesso e amare il prossimo come se stessi significa vivere dentro l’amore di Dio che dona la vita eterna. Di fronte alla risposta del conoscitore della Legge infatti, Gesù risponde che ha detto bene e lo invita a fare questo per avere la vita.
Ma costui sente il bisogno, per giustificarsi, di porre a Gesù un’altra importante domanda: “E chi è mio prossimo?”. A questa Gesù risponde con la cosiddetta parabola del buon samaritano conducendo lo stesso interlocutore a dare da se stesso la risposta.
Dal racconto, infatti, si comprende chiaramente che di fronte all’uomo che soffre, chi ha compassione e se ne prende cura ne diventa suo prossimo, a differenza degli altri due che gli passano accanto con indifferenza.
Il cristiano infatti, segue l’esempio di Gesù, il Buon Samaritano che ha compassione della sofferenza dell’uomo prendendosene cura. Il cristiano trova gioia nel seguire il precetto dell’amore ascoltato e vissuto, come ricorda il Salmo Responsoriale di questa domenica: “I precetti del Signore fanno gioire il cuore”.
Letizia Franzone