Vangelo della domenica (19 marzo) / Soltanto l’amore di Dio può dare pace al cuore dell’uomo

0
133

Canto al Vangelo (Gv 4,42.15)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo (Gv 4,5-42)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andarono da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.

Riflessione
La liturgia di questa terza Domenica di Quaresima ci presenta l’incontro tra Gesù e la Samaritana. I Samaritani erano considerati un popolo infedele perché aveva abbandonato l’autentica fede in Dio, e per questo motivo un giudeo non poteva fermarsi a dialogare con un Samaritano. Gesù, invece, si ferma appositamente in quel luogo, ai bordi del pozzo, e qui incontra una donna proveniente dalla Samaria e con lei instaura un profondo dialogo. Il tema del dialogo è l’acqua viva che Gesù vuole donare alla donna; l’acqua capace di dissetare per sempre il cuore di ogni uomo e,  cioè, l’amore di Dio. Gesù ha sete di donare il suo amore : “Dammi da bere”,  dice alla donna. Nel momento in cui la donna accoglie di dialogare con Gesù mettendosi ad ascoltare la sua Parola, comprende la verità del suo cuore, capisce che non ha uno sposo, non ha cioè incontrato l’autentico amore capace di dare pienezza alla sua vita; ha dato il suo cuore a ciò che è menzogna ed effimero. Adesso ha davanti la Verità, la Vita, la Via, che le chiede di accogliere l’amore che Dio vuole donarle. Dentro questo dialogo la donna progressivamente riconosce che colui che gli sta di fronte è il Messia, il Salvatore, il Cristo, colui che spiegherà ogni cosa. La donna Samaritana rappresenta quell’umanità che si è allontanata dalla verità di Dio, dal vero amore, e al quale Dio vuole donare l’acqua viva, il suo Spirito. Gesù va incontro a questa umanità invitandola ad ascoltare la sua Parola e ad accogliere il suo amore. Il vero discepolo che si mette alla sequela di Gesù, ascolta la sua Parola chiedendo: “Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo; dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete”. Chi incontra Gesù comprende l’importanza che ha il vivere in ascolto della sua Parola dentro momenti di preghiera e di dialogo con Dio. Si comprenderà che solo il suo amore può donare al cuore quel riposo di cui sente tanto bisogno: “Solo in Dio riposa l’anima mia” (Sal 62).

Letizia Franzone

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email