Vangelo della domenica (19 novembre) / Chi vive chiuso nel proprio egoismo, si priva della gioia che solo l’amore autentico fa vivere

0
124

Canto al Vangelo (Gv 15,4.5)
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia

Vangelo (Mt 25,14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.

Riflessione
Il brano del Vangelo di questa domenica presenta il racconto della parabola dei talenti. Questo racconto esorta l’uomo a vivere la propria vita consapevole dell’amore che Dio dona a ciascun uomo, sentendo la responsabilità d’impegnarsi utilizzando i doni da Dio ricevuti con amore. Dio dona il suo amore, e ognuno, secondo la propria capacità, è chiamato a rispondere a questo amore con il dono ricevuto, cioè i talenti ricevuti. Non importa la quantità dei talenti che si hanno, ma ciò che conta è la risposta di amore che ognuno dà all’amore di Dio. Nella parabola infatti si legge che sia il servo che aveva ricevuto i cinque talenti, sia quello che ne aveva ricevuto soltanto due, entrambi ricevono la lode e la ricompensa a prendere parte della gioia del loro padrone. E la gioia alla quale si prende parte è la vita vissuta con Dio, nella sua compagnia, nel suo amore. E’ la gioia dei figli di Dio che rispondono all’amore con amore e gratitudine. Chi invece vive la vita rinchiuso nel proprio egoismo, nell’indifferenza, nella superficialità, non si accorge nemmeno dei talenti ricevuti, o quanto meno, non ne avverte la responsabilità e l’importanza di viverli saggiamente, non vivendo di conseguenza la gioia che solo l’amore autentico fa vivere. Sarà come quel servo infedele raccontato nella parabola che nasconde il talento ricevuto, non impiegandolo. Quel servo cioè, non tiene conto del dono ricevuto, non gli dà il giusto valore,  non ne comprende l’importanza. Per vivere la gioia che Dio dona con il suo amore è necessario vivere con generosità la propria esistenza, amando Dio e gli altri, secondo le proprie capacità e la propria responsabilità, nel luogo nel quale si è chiamati a vivere questo amore. Solo chi rimane in Dio può portare molto frutto, come ci ricorda il Canto alleluiatico di questa domenica: “Rimanete in me e io in voi, dice il Signore, chi rimane in me porta molto frutto”.

Letizia Franzone

 

 

Print Friendly, PDF & Email