Canto al Vangelo (Gv 14,6) Alleluia, alleluia. Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Alleluia.
Vangelo (Lc 13,22-30)
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Parola del Signore.
Riflessione
Si continua a leggere il vangelo di Luca che ci parla della necessità della conversione, per poter entrare nel Regno di Dio. I capitoli precedenti hanno rivelato la figliolanza di ogni uomo a Dio che è Padre, insegnando il modo con il quale l’uomo deve relazionarsi con le cose, guardandole come dono di Dio da condividere con gli altri uomini. Il brano del vangelo di questa domenica ci ricorda la preziosità del tempo che Dio ci dona da vivere, come preziosa possibilità per conoscere sempre di più l’amore di questo Padre misericordioso. Alla domanda di quel tale riguardo la possibilità di salvarsi, Gesù risponde che è necessario sforzarsi ad entrare dalla porta stretta. L’uomo, cioè, deve sentirsi bisognoso di perdono per poter entrare dalla porta che conduce a Dio. Solo l’umiltà è capace di far adempiere al cuore dell’uomo il suo ingresso al Regno di Dio. L’orgoglio, la presunzione, l’autosufficienza, ingombrano il passaggio ed ostacolano l’ingresso. La misericordia spalanca le sue porte all’uomo che sa di avere bisogno di questo Amore infinito. L’uomo dunque, deve vivere il dono del tempo presente, come dono della grazia di Dio per realizzare quel progetto di amore che porta dentro il cuore, esortato e confortato dalla Parola di Dio che dice: “Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire”.
Letizia Franzone