Vangelo della domenica (23 giugno) / Il Corpus Domini ricorda che Gesù ha offerto sè stesso per la salvezza degli uomini

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Canto al Vangelo ( Gv 6,11 )

Alleluia,alleluia. Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia
Vangelo ( Lc 9,11b – 17 )

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. Parola del Signore
Riflessione

La Liturgia di questa domenica, nella Solennità del Corpus Domini, presenta il brano del vangelo di Luca nel racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci. E’ significativo evidenziare il contesto dentro il quale il racconto si svolge; Luca infatti inizia il brano dicendo che Gesù con i suoi discepoli si trovano in una zona arida, e alla folla Gesù prese a parlare del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Gesù alla folla bisognosa di cura parla del regno di Dio, parla loro cioè, dell’ Amore. E quando il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono per chiedergli di congedare la folla perché non potevano sfamare tutta quella gente, Gesù rispose dicendo: “Voi stessi date loro da mangiare”. Di fronte a questa affermazione di Gesù i discepoli obiettarono rispondendo che avevano pochi pani e pochi pesci e non sarebbero bastati per tutta quella folla.
Ma Gesù disse loro di portargli ciò che avevano, e alzati gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Questo racconto riconduce chiaramente al dono eucaristico: Gesù che offre se stesso per la salvezza di ogni uomo, e nel Sacramento dell’Eucarestia si dona come cibo spirituale con il suo Santissimo Corpo ed il suo preziosissimo Sangue. La Solennità del Corpus Domini infatti, ricorda al cristiano che il dono di amore compiuto da Gesù è presente sempre nell’Eucarestia.
La vita del cristiano deve necessariamente nutrirsi dell’Eucarestia, la sola capace di nutrire l’aridità di ogni deserto del cuore, tutti furono saziati. Il cristiano poggia la sua fede sulla parola di Dio che esorta a nutrirsi del suo Corpo, pane di vita eterna, come ricorda il Canto Alleluiatico di questa domenica: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”.

Letizia Franzone

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