Canto al Vangelo (Mc 9,7)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
“Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!”
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore
Riflessione
La Liturgia di questa domenica ci presenta il racconto della Trasfigurazione di Gesù in presenza degli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Il brano del vangelo di Marco inizia dicendo che Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Si sottolinea qui il fatto che questi apostoli chiamati da Gesù a vivere l’esperienza della Trasfigurazione, si trovano in disparte, su un alto monte, da soli con Gesù stesso, quasi a sottolineare la necessaria condizione affinchè il discepolo di Cristo possa vivere un reale cambiamento. Gesù chiama e invita l’uomo a uscire dalle sue innumerevoli distrazioni e dalle frenetiche giornate per dedicare un po’ del suo tempo a Dio per incontrarlo nel silenzio della preghiera, nel dialogo intimo in ascolto della sua Parola. Dentro questo dialogo il cuore si apre all’amore di Dio facendo l’esperienza della sua bellezza e della sua grandezza, come accadde a quei discepoli sul monte. E dopo avere sperimentato la pace e la gioia di stare in compagnia di questo amore, l’uomo desidera fortemente di collocare la sua dimora in questo spazio e in questo incontro, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui”. Fissare la propria esistenza in Dio significa accogliere pienamente l’invito di Dio a seguirlo con fiducia anche nei momenti più difficili e oscuri, nei quali la fede nella resurrezione di Cristo dona speranza e nuovo vigore: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”
Letizia Franzone