Canto al Vangelo ( Mt 11,29 ) Alleluia, alleluia. Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore. Alleluia
Vangelo ( Lc 14,1.7 – 14 )
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore
Riflessione
La liturgia domenicale continua con il vangelo di Luca, presentando i brani che mettono in evidenza l’importanza della conversione del cuore per entrare nel Regno di Dio. La parabola raccontata in questo brano, ricorda il valore dell’umiltà per una reale conversione dell’uomo. Gesù è invitato da uno dei capi dei farisei e in questa circostanza nota come tutti gli invitati, si apprestano a scegliersi i primi posti. Nella prima parte del racconto Gesù si rivolge agli invitati dicendo che è bene scegliere l’ultimo posto, lasciando in tal modo agli altri, la possibilità di scegliersi il primo posto “ Perché chiunque si esalta sarà abbassato, e chi si umilia sarà esaltato”. Nella seconda parte della parabola, Gesù rivolgendosi a chi ha invitato, lo esorta a non invitare chi magari poi lo potrà ricambiare nello stesso invito, ma sarà più lodevole invitare i poveri, gli storpi, i ciechi, invitare cioè, chi non potrà ricambiare, poiché così si riceverà la ricompensa alla resurrezione dei giusti. Gesù indica le virtù necessarie da vivere per una vita autenticamente cristiana: l’umiltà e la gratuità della carità. L’ umiltà porta a capire che tutto ci è dato dalla grazia di Dio. L’ umile dà gloria a Dio e riceve da Lui la gloria perché Dio resiste ai superbi e fa grazia agli umili. Un uomo umile, pur se chiamato ad esercitare ruoli sociali importanti, non si gonfia e non usa la propria autorità come potere, bensì come servizio, ricordandosi del consiglio dato dal libro del Siracide che dice: “ Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore”, come ci ricorda la Prima letura di questa domenica. Il superbo invece, dà gloria a se stesso e al proprio io, ricerca la ricchezza e il protagonismo. Anche quando compie azioni apparentemente caritatevoli, queste sono spesso intrise da compiacimento personale e non orientate invece verso la sincera gratuità dell’amore. Gesù ci indica la bellezza della gratuità della carità che non tiene conto di cosa si riceverà o se si sarà ricambiati per l’amore donato, poiché l’unica ricchezza è Dio come canta il Salmo responsoriale “ I giusti si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia”.
Letizia Franzone