Vangelo della domenica (28 aprile) / Chi crede per fede non ha bisogno di toccare con mano

0
106

Canto al Vangelo ( Gv 20,29 )

Alleluia, alleluia Perché mi hai veduto, Tommaso, hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. Alleluia

Vangelo ( Gv 20,19-31 )

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore.

Riflessione
La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Giovanni nel racconto delle apparizioni di Gesù Risorto agli apostoli. In questa seconda Domenica di Pasqua si celebra la festa della Divina Misericordia, istituita da Papa Giovanni Paolo II.
E’ significativo sottolineare l’inizio del brano del vangelo nel quale si legge che la sera di quel giorno, i discepoli si trovavano in un luogo a porte chiuse per paura dei Giudei. L’evento della Crocifissione di Gesù aveva sconvolto i loro cuori e si sentivano smarriti ed impauriti. Ma il Risorto entra nel loro luogo chiuso, nella sera di quel giorno, illuminando la loro notte e donando la sua pace: Pace a voi. Il Signore Risorto mostra ai discepoli i segni della sua crocifissione: le mani trafitte dai chiodi ed il fianco squarciato.
I discepoli chiusi nel cenacolo impauriti, riconoscendo i segni di quell’amore crocifisso, adesso gioiscono nell’incontro con il Risorto: gioirono nel vedere il Signore.
In questo incontro Gesù dona ai suoi discepoli lo Spirito Santo e la facoltà di perdonare i peccati dicendo loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”.
Tommaso, uno dei Dodici, non era con loro quando apparve Gesù. Nel sentire i discepoli che dicevano: “Abbiamo visto il Signore”, egli rispose: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.
Abbiamo visto il Signore, è il primo annuncio dei discepoli, è il passaggio dalla paura alla fede, dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita. Tommaso non crede a chi ha visto, non accoglie la testimonianza della Parola e dello Spirito. Non riconosce la vita nuova della comunità. Tommaso vuol vedere e toccare  per far parte dei Dodici, testimoni del Risorto.
Tommaso è figura di chi fa resistenza nell’accogliere l’annuncio del Vangelo, fidandosi più dei propri parametri. Gesù concederà a Tommaso  di vederlo e di toccarlo, ma gli insegnerà allo stesso tempo che ciò che realmente conta , non è averlo visto, ma è credere in Lui, accogliendo la sua Parola. Gesù disse a Tommaso: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.

Letizia Franzone

Print Friendly, PDF & Email