Vangelo della domenica (3 settembre) / Chi segue Dio rinunciando ai propri egoismi salva sè stesso

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Canto al Vangelo ( Ef 1,17-18 )

Alleluia, alleluia

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza siamo chiamati.  Alleluia

Vangelo ( Mt 16,21-27 )

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore

Riflessione

La Liturgia di questa domenica ci presenta il brano del vangelo di Matteo nel quale Gesù annuncia ai suoi discepoli la sua passione. Dopo essere stato riconosciuto da Pietro come il Figlio di Dio, Gesù rivela la sua identità e la sua missione, quella cioè di dover donare la propria vita per la salvezza di ogni uomo morendo sulla croce per poi risorgere il terzo giorno.
Di fronte a questo annuncio, Pietro si scandalizza e si ribella poiché non comprende fino in fondo l’amore del Cristo. Lo aveva riconosciuto come Figlio di Dio, ma ancora non era entrato pienamente dentro la comprensione del suo amore infinito. Pietro ancora ragiona secondo la logica umana e non secondo la logica di Dio che è amore che si dona.
Di fronte alla reazione di Pietro, Gesù risponde mettendo in evidenza che la salvezza consiste nel seguire Dio fino al dono totale di sé. Il cammino del discepolo è il cammino di un uomo che affida totalmente la propria vita all’Amore, conformandosi totalmente alla sua logica ed ai suoi pensieri che sono ben diversi da quelli umani.
La logica dell’autentica sequela del cristiano è quella di perdere la propria vita per ritrovare la propria verità in Dio: “Se uno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”, dice Gesù ai suoi discepoli. Perdere la propria vita significa perdere i propri egoismi, la superbia e l’orgoglio che allontanano dall’amore e sviano il cammino dell’uomo. Significa perdere tutto ciò che è menzogna nella propria vita per ritrovarla in Dio che è Via, Verità e Vita. E’ un cammino di conversione, a volte difficile, ma necessario per vivere quella povertà evangelica fatta di umiltà e di servizio, essenziale alla vita del discepolo che trova il suo rifugio sicuro ed il suo bene solo in Dio, come esclama il Salmo di questa domenica: “O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua”.

Letizia Franzone

 

 

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