Canto al Vangelo ( Ap.1,5.6 )
Alleluia, alleluia. Gesù Cristo è il primogenito dei morti: a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Alleluia
Vangelo ( Lc 20,27-38 )
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Parola del Signore
Riflessione
Il brano del vangelo di Luca della liturgia di questa domenica, parla della fede nella risurrezione. La fede cristiana nella risurrezione non si fonda certo su un principio filosofico, ma poggia sull’incontro con Cristo risorto. Il brano del vangelo si apre con una diretta domanda da parte dei sadducei a Gesù, riguardo il discorso della risurrezione. I sadducei non credevano nella risurrezione dei morti e si opponevano ai farisei e alle loro tradizioni, credevano soltanto nel Pentateuco. Posero la questione a Gesù prendendo spunto dalla legge prescritta da Mosè, finalizzata a garantire ad ogni figlio maschio la discendenza. In tal modo, i padri che credevano nella venuta del Messia, avrebbero potuto in tal senso, partecipare attraverso i loro figli a questa gioia, e a chi invece non attendeva il Messia, questa legge garantiva soltanto la propria discendenza familiare. Gesù risponde loro spostando l’attenzione su una verità più alta:“ Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”. Dio è il Signore della vita e coloro che vivono nell’amore di questo Padre misericordioso, sin da questa vita vivono da risorti, poiché l’amore che si dona continuerà a restare in eterno. Sin da questa vita terrena, l’uomo che si mette alla sequela di Cristo lasciandosi abbracciare dal suo amore, può davvero sperimentare la gioia della risurrezione, consapevole del fatto che per sempre vivrà con Dio. Il discepolo di Cristo, vive la fede annunciata dal Salmo responsoriale che dice: “Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto”.
Letizia Franzone