“ In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio…”
( Gv.1,1 )
Diamo inizio alla rubrica Diàlogos, termine greco che significa: dialogo. Con essa si vuole comunicare e ricordare l’importanza della meditazione sulla Parola di Dio, dentro quel dialogo di amore tra Dio e l’uomo. Nel Prologo del Vangelo di S. Giovanni, si legge che in principio era il Verbo, cioè il Logos, la Parola, e in Lui tutte le cose furono fatte, e niente esiste senza di Lui di tutto ciò che è stato fatto. Dio, Amore eterno, attraverso la Creazione, si rivela, quale Dio amante e comunicando se stesso, entra in relazione con l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza. A differenza di tutte le altre cose create infatti, all’uomo Dio ha donato la capacità e la libertà di entrare in relazione con Lui, dentro quel dialogo appassionato tra un amante e il suo amato.
Domenica 27 settembre 2015
Dal Vangelo secondo Marco ( Mc. 9, 38 – 43. 45. 47 – 48 )
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Riflessione
In questo brano del Vangelo di Marco, si evidenzia un atteggiamento sbagliato assunto da parte di molti cristiani, quello di sentirsi i padroni della salvezza donataci gratuitamente da Dio. Il cristiano deve sentirsi e vivere invece, come testimone fedele capace di comunicare con le parole e con le opere tale salvezza. Il cristiano ha la responsabilità dell’annuncio del Vangelo, ma non deve circoscrivere l’azione libera e gratuita della grazia di Dio che agisce come e dove vuole. Solo la grazia di Dio, infatti, può toccare il cuore dell’uomo, anche quello più indurito e lontano e farlo rinascere nell’amore. Il cristiano non deve scandalizzarsi della bontà di Dio. Gesù, nel Vangelo odierno, ce lo dice chiaramente: Chi scandalizza uno solo di questi piccoli che credono in me… Il cristiano deve gioire dei doni che Dio dà ad ogni uomo, anche a coloro che non sembrano appartenere tra quelli che seguono Cristo, poiché solo a Dio è dato il giudizio del cuore. Il Vangelo di questa Domenica, ci esorta ad avere la consapevolezza che l’amore gratuito di Dio, ha un’ orizzonte infinito, ed è molto diverso dalle visioni grette e limitate di molti cristiani. L’uomo che segue autenticamente Dio, dopo averlo incontrato nel Suo amore, diventa colui che ne respira tutta la Sua infinita Bellezza comunicandola con gioia al mondo.
Letizia Franzone