Canto al Vangelo ( Gv 10, 27 ). Alleluia, alleluia. Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia.
Vangelo ( Lc 9, 18 – 24 )
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà». Parola del Signore.
Riflessione
Il brano del vangelo di Luca che la liturgia di questa Domenica ci presenta, mette in rilievo il fatto che Gesù si trova in un luogo solitario a pregare. La preghiera ci viene presentata come il principio di ogni azione di Gesù e anche qui lo vediamo in preghiera, prima di immergersi dentro la volontà del Padre. La preghiera è il luogo solitario dove Gesù dialoga con il Padre e dove chiama i suoi discepoli a partecipare di questo amore. In questo luogo Gesù interpella i suoi discepoli chiedendo chi egli fosse per loro “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro risponde che Gesù è il “Cristo di Dio”, esprimendo in tal senso la fede di tutta la chiesa. Riconosce in Gesù il Cristo, il messia atteso. Gesù in questo preciso contesto, spiega che “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. Rivela ciò che egli, il messia atteso, deve soffrire per la salvezza degli uomini. Il pensiero infatti della gente riguardo il messia che doveva venire, non era corretto. Si pensava un messia secondo il pensiero umano e non secondo il pensiero di Dio. Anche gli stessi discepoli comprenderanno la messianicità di Cristo, solo dopo la sua morte e risurrezione. Gesù infatti, spiega loro che il discepolo deve prendere ogni giorno la sua croce e seguirlo “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”. Prendere ogni giorno la propria croce e seguire Gesù, significa sollevare il legno della propria debolezza, della propria fragilità, della personale miseria per consegnare tutto ciò che allontana dall’amore , alla croce di Cristo, luogo in cui Gesù ha donato la sua vita per la salvezza di ogni uomo. Solo consegnando la nostra miseria a Cristo, possiamo perdere la nostra vita e salvarla, cioè, possiamo dare la nostra vita a Gesù per essere da Lui guariti e abbracciati dalla sua infinita misericordia “Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode” , proclama il Salmista.
Letizia Franzone