Vangelo della Domenica / Non più due, ma una carne sola: Gesù spiega “ai duri di cuore” l’indissolubilità del matrimonio

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Canto al Vangelo ( 1Gv.  4,12 )44bibbia_1131401

Alleluia, alleluia.
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi
e l’amore di lui è perfetto in noi.
Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco ( Mc. 10,2-16 )

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Parola del Signore.

Riflessione   

Nel Vangelo di questa Domenica, Gesù spiega l’indissolubilità del matrimonio come  un principio universale. L’evangelista Marco, rifacendosi al libro della Genesi cap.1,27 e 2,24, rileva come l’uomo e la donna siano una sola carne uniti nel vincolo del matrimonio.  Alla domanda posta dai farisei a Gesù, se fosse lecito per un marito ripudiare la propria moglie, Gesù risponde con chiarezza che Mosè scrisse quella norma per la durezza del loro cuore, ma all’inizio non era così. Dio infatti,  creò l’uomo e la donna e i due lasceranno il proprio padre e la propria madre e diventeranno una sola carne. Non divida l’uomo ciò che Dio ha congiunto. E’ in questa affermazione di Gesù che possiamo  cogliere  il senso unitario del messaggio delle letture  che la Liturgia di questa Domenica ci dona. Qui si evidenzia non tanto il discorso sul ripudio o la separazione, anche se a primo impatto si scorge questo, ma il messaggio che emerge da una lettura più approfondita. è proprio quello dell’unità indissolubile dell’amore sponsale. L’amore coniugale infatti, immagine dell’amore sponsale di Cristo con la sua Chiesa, deve vivere tutta la bellezza e la grandezza di questa vocazione. La Chiesa , sposa di Cristo infatti, nasce dal fianco squarciato di Cristo Crocifisso, nel momento estremo dell’amore donato all’uomo per la sua salvezza. Sulla Croce  l’Amore sana  la fragilità umana provocata dal peccato, donandogli la possibilità di lasciarsi sanare da questo infinito Amore. L’amore di Dio è eterno, e l’uomo, con la grazia di Dio, deve tendere alla verità dell’amore, non separando ciò che Dio ha unito nel l’amore. Questa esortazione vale per  coloro che sono chiamati a vivere l’amore coniugale, ma vale anche per qualsiasi vocazione in cui l’uomo è chiamato a vivere, poiché solo se si conosce e si vive l’amore , Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.

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Letizia Franzone  

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