Vangelo domenica 11 settembre / La misericordia di Dio sa accogliere chi si perde

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figliol prodigo

Canto al Vangelo domenica 11 settembre ( Cfr.2 Cor 5,19 )

Alleluia, alleluia. Dio ha riconciliato il mondo a sé in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione. Alleluia

Vangelo domenica 11 settembre ( Lc 15,1 – 32 )

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Il figlio perduto…

Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.

Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.figliol prodigo

…e ritrovato

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo.

Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Parola del Signore.

Riflessione sul vangelo di domenica 11 settembre

La Liturgia di questa Domenica, presenta il brano del vangelo di Luca nel racconto delle cosiddette “Parabole della Misericordia” raccontate da Gesù.
Si tratta delle tre  parabole presenti nel vangelo di Luca, quali: La parabola della“Pecora perduta”, la parabola della “Dramma perduta” e quella del “Padre misericordioso”.
Tre parabole diverse ma con alcuni tratti in comune tra loro.

Ciò che risalta dalla lettura di questi racconti, infatti,  è  che in tutte e tre le parabole, si vive la perdita di qualcosa o di qualcuno, e il desiderio di condividere  la gioia che segue dopo il ritrovamento di ciò che si era perso.
Nella prima parabola si racconta di un uomo che persa una pecora, lascia le altre per andare a cercare quella smarrita. Ritrovatala, pieno di gioia, se la carica sulle spalle e và a chiamare gli amici ed i vicini, invitandoli a rallegrarsi con lui per la gioia di aver ritrovata la pecora perduta.
Nella seconda parabola, si racconta di una donna che smarrita una moneta, si mette a cercarla per la casa e trovatala, piena di gioia chiama le amiche e le vicine per rallegrarsi con lei.

Nella terza parabola, si racconta di un figlio che andato via di casa e dissipati i suoi averi ritorna dal padre per chiedere perdono. Il genitore non voleva che il figlio si umiliasse, così chiamò i suoi servi per rivestirlo con l’abito nuovo, mettendogli i sandali ai piedi e l’anello al dito. Bisognava far festa e rallegrarsi per quel figlio che era morto ed è tornato in  vita, era  perduto ed è stato ritrovato.

La misericordia di Dio accoglie chi si perde

Attraverso il racconto di queste parabole, Gesù ci dice che il suo amore per ogni uomo è fedele, e anche  quando questi si allontana dalla verità, Lui và in cerca della pecorella smarrita, e ritrovatala se la carica sulle spalle. Un amore che sa attendere il ritorno del figlio che si allontana da casa, rovinandosi in una vita dissoluta. E attendendolo sull’uscio di casa, appena ne intravede all’orizzonte il suo ritorno, gli corre incontro, abbracciandolo con amore. La Misericordia accoglie dentro le sue braccia, la miseria del figlio per rivestirlo nuovamente della dignità di figlio di Dio.

Il cristiano deve sempre confidare nel perdono di Dio, poiché la Misericordia è più grande di ogni peccato. Dio attende sempre il ritorno del peccatore,  per accoglierlo nuovamente tra le sue braccia. E  il luogo sacramentale dentro il quale Dio abbraccia il figlio che ritorna donandogli il suo perdono, è il Sacramento della Riconciliazione. Dentro questo luogo privilegiato, l’uomo è abbracciato dalla Misericordia e rivestito della veste nuova della Grazia di Dio, ritornando a vivere la vita da figlio di Dio. E sperimentando l’autentica gioia dell’amore, perché questo figlio era morto ed è tornato in vita, perduto e ritrovato.

Letizia Franzone

 

 

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