Canto al Vangelo domenica 16 aprile ( Gv 20,29 )
Alleluia, alleluia. Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. Alleluia
Vangelo domenica 16 aprile ( Gv 20,19 – 31 )
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.
Riflessione sul vangelo di domenica 16 aprile
La Liturgia di questa seconda Domenica di Pasqua, ci presenta il brano del vangelo di Giovanni nel racconto delle apparizioni di Gesù Risorto ai discepoli.
In questa seconda Domenica di Pasqua, si celebra la Festa della Divina Misericordia, festa istituita ufficialmente da Papa Giovanni Paolo II nel 1992, che la fissò per tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua.
In questa domenica la Chiesa ricorda l’amore misericordioso che Dio ha per ogni uomo, esortando ad avere fiducia nella Misericordia di Dio che accoglie nelle sue braccia ogni uomo che a Dio Padre fa ritorno, come si legge nella parabola del “Padre Misericordioso” (Lc 15,11 – 32 ).
Il brano del Vangelo si apre con l’immagine di Gesù Risorto che entra a porte chiuse nel luogo dove i discepoli erano rinchiusi per timore dei Giudei. Era sera.
Questa frase iniziale spiega la condizione interiore dei discepoli. Erano rinchiusi e impauriti con il cuore triste e nel buio perché Gesù era stato crocifisso e loro si sentivano smarriti.
L’amore non teme le barriere del cuore
Avevano accolto l’annuncio di Maria di Magdala del sepolcro vuoto e visti i segni della Resurrezione dentro il sepolcro, ma ancora non avevano incontrato Gesù Risorto.
Ma il Risorto irrompe nel luogo dove i discepoli dimoravano, entrando a porte chiuse.
L’Amore risorto non teme le barriere del cuore, neanche quando sono chiuse. Entra dicendo: “Pace a voi!”. E donata la sua pace, Gesù mostrò loro i segni del suo infinito amore: mostrò loro le mani e il fianco, mostrò cioè, le ferite e le piaghe della crocifissione.
E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù entra dentro il sepolcro dei cuori, ci mostra nelle sue mani e nel suo fianco i segni del suo amore, tirandoci fuori dalle paure e dagli inganni del peccato, donandoci la sua pace. E nell’incontrare il Risorto il cuore gioisce e si riempie della vera pace.
E dopo aver donato lo Spirito Santo e la sua pace, Gesù affida ai discepoli la missione di annunciare a tutto il mondo il suo infinito amore, amando i fratelli e vivendo il perdono.
L’incredulità di Tommaso
Pieni di gioia i discepoli dissero a Tommaso che non era con loro quando venne Gesù: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma Tommaso non credette alla loro testimonianza dicendo: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo!”. Tommaso voleva personalmente vedere e incontrare il Risorto.
E Gesù otto giorni dopo, ritorna nuovamente nel cenacolo entrando a porte chiuse e donando la sua pace. Entrato, rivolgendosi a Tommaso, lo invita a mettere il dito nelle ferite delle sue mani e del suo fianco, esortandolo a non essere incredulo ma credente. Gesù invita Tommaso a toccare i segni del suo amore e a credere in Lui.
Davanti a Gesù crocifisso e risorto per amore, Tommaso fa la sua professione di fede: “Mio Signore e mio Dio!”. E Gesù gli disse:“Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
Il cristiano è chiamato a contemplare e a credere all’amore infinito di Gesù crocifisso e risorto, testimoniando il Vangelo di Gesù ai fratelli. Come ci ricorda il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa Domenica: “Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre”.
Letizia Franzone