Canto al Vangelo domenica 18 settembre (2 Cor 8,9 )
Alleluia, alleluia. Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia
Vangelo domenica 18 settembre ( Lc 16,1 – 13 )
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Parola del Signore.
Riflessione sul vangelo di domenica 18 settembre
La Liturgia di questa Domenica, presenta il brano del vangelo di Luca, nel racconto della parabola dell’amministratore disonesto.
Il brano si apre con Gesù che racconta ai suoi discepoli questa parabola, per indicare quale sia la vera ricchezza da servire.
Attraverso tale racconto, Gesù mette in guardia i discepoli dal pericolo di diventare amministratori della falsa ricchezza data dalla mondanità: potere, smania di guadagno, sopraffazione ecc., indicando invece la vera ricchezza a cui donare la propria vita, cioè Dio.
Il cristiano infatti, non può pensare di vivere in modo ambigua, la propria fede in Dio, non si può servire autenticamente Dio e vivere la mondanità”.
La vita cristiana deve essere vissuta autenticamente nel quotidiano, attraverso la fedeltà a Dio nelle piccole scelte, come nelle grandi, poiché come afferma Gesù: “Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti.
Il cristiano non attacca il proprio cuore ai beni materiali, sapendo che Gesù Cristo è l’unica vera ricchezza del cuore. Poiché, come ricorda il Cantico Alleluiatico di questa Domenica, Cristo da ricco che era, si è fatto povero per arricchire noi della sua povertà.
Letizia Franzone