Vangelo domenica 25 aprile / Gesù buon pastore

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Gesù e le pecore

Canto al Vangelo ( Gv 10,14 )
Alleluia, alleluia. Io sono il Buon Pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia

Vangelo domenica 25 aprile ( Gv 10,11 – 18 )

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e dò la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.vangelo gv 10,11-18
Per questo il Padre mi ama: perché io dò la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la dò da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Parola del Signore

Riflessione sul vangelo di domenica 25 aprile

La Liturgia di questa quarta domenica di Pasqua, ci presenta il brano del vangelo di Giovanni nel racconto di Gesù, buon Pastore.

Il brano si apre con Gesù che si presenta ai suoi discepoli come il buon pastore che conosce le sue pecore e le sue pecore conoscono lui. A differenza del mercenario che non conosce le pecore e fugge quando arriva il pericolo del lupo, abbandonando il gregge, il pastore invece, dona la propria vita per difendere le pecore a lui affidate.

Molto bella l’immagine usata da Gesù, del pastore che conosce ciascuna sua pecora e ogni singola pecora conosce la voce del pastore fidandosi di lui e sentendosi protetta.
Conoscere la voce significa avere una relazione di vicinanza, di ascolto, di fiducia.

Gesù buon pastore

Gesù, con l’immagine del buon pastore, insegna ai suoi discepoli a fidarsi della sua voce e ad ascoltarla, poiché egli dona la sua vita per ciascuno. Come il pastore cammina accanto al suo gregge e  lo conduce ai verdi pascoli, così Gesù, buon Pastore, cammina accanto ad ogni uomo nella sua quotidianità fatta di fatica, di gioie, di speranza, di ricerca della vera felicità.

Il cristiano è chiamato a vivere questa relazione intima con la parola di Dio, ascoltandola, pregandola, vivendola, annunciandola.

Il cristiano infatti, deve trovare rifugio dentro il cuore di Gesù, sentendosi amato e salvato, come ci ricorda il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa domenica.
“Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza”.

Letizia Franzone

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