Canto al Vangelo domenica 29 gennaio ( Mt 5,12a )
Alleluia, alleluia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Alleluia
Vangelo domenica 29 gennaio ( Mt 5,1 -12a )
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore.
Riflessione sul vangelo di domenica 29 gennaio
La Liturgia di questa Domenica presenta il brano del vangelo di Matteo nel racconto delle “Beatitudini” proclamate da Gesù. Il brano inizia con l’immagine di Gesù che salito sul monte si mise ad insegnare ai suoi discepoli proclamando le Beatitudini.
Le Beatitudini o Discorso sul monte, sono una catechesi battesimale, un breviario di vita cristiana, una regola di vita di Gesù che ogni uomo è invitato a seguire.
Le Beatitudini non sono soltanto rivolte ai discepoli o ai volenterosi, ma sono rivolte ad ogni uomo che cerca la propria verità, restituendogli la sua realtà.
La logica delle Beatitudini sconvolge la logica umana, capovolge ogni ragionamento umano.
Per Gesù sono beati i poveri, i disprezzati e gli ultimi; per il mondo invece sono beati i ricchi, i potenti e gli onorati.
Il brano inizia precisando che a Gesù si avvicinarono i suoi discepoli, la folla anonima fa da sfondo. Discepolo è infatti, colui che si fa vicino a Gesù per imparare e per ascoltarlo e seguirlo.
E’ significativo il fatto che Gesù inizi il suo discorso dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. I poveri in spirito sono coloro che hanno il cuore piegato, cioè umile, in contrapposizione al cuore orgoglioso. La povertà in spirito è il vuoto che tutto riceve da Dio.
Il povero in spirito è beato perché sa di essere nulla e pone la sua speranza e la sua fiducia solo in Dio. Il motivo della beatitudine infatti, non è la povertà in quanto tale ma il perché che ne consegue:Dio al povero fa i suoi doni, anzi dona se stesso.
La povertà in spirito, infatti, è la condizione necessaria per accogliere l’amore di Do e la sua grazia. Sono beati, dunque, i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli.
Questa prima beatitudine e l’ultima “beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”, sono dette al presente, a differenza delle altre che sono dette al futuro.
Questo per indicare che i poveri in spirito e i perseguitati per la giustizia, vivono già il regno dei cieli su questa terra.
La prima beatitudine quindi, è fondamentale per la vita cristiana poiché permette al cuore di svuotarsi del proprio “io” per accogliere Dio.
Il povero in spirito dunque saprà vivere anche le altre beatitudini, poiché saprà essere misericordioso, compassionevole, mite, operatore di pace e di giustizia.
Il cristiano è chiamato a vivere e a testimoniare le beatitudini proclamate da Gesù con coraggio e con perseveranza anche quando diventa difficile, sapendo di essere beati perché amati da Dio. Come ci dice Gesù in questo brano del Vangelo: “ Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.
Letizia Franzone