Canto al Vangelo domenica 30 marzo ( Lc 15,18 )
Lode e onore a te, Signore Gesù! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e davanti a te. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo domenica 30 marzo ( Lc 15,1 – 3. 11 – 32 )
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo.
Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”.
Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Parola del Signore
Riflessione sul vangelo di domenica 30 marzo
La Liturgia di questa quarta domenica di Quaresima, presenta il brano del vangelo di Luca nel racconto della parabola del “Padre misericordioso”.
Il brano si apre con l’immagine di Gesù che parla ai pubblicani e ai peccatori che lo avvicinavano per ascoltarlo. Gli scribi e i farisei lo mormoravano dicendo: “ Costui parla con i peccatori e mangia con loro”. Gesù di fronte al loro mormorio, racconta la parabola del” Padre misericordioso”.
Con questa parabola Gesù rivela la misericordia di Dio Padre, un Padre misericordioso che perdona sempre i suoi figli che a Lui fanno ritorno. In qualsiasi situazione della vita ci si trovi, si è sempre figli di Dio, figli di un Padre che ci ama e attende il nostro ritorno a Lui, ogni qualvolta ci si allontana con il peccato.
Il tempo della Quaresima è il tempo in cui si è invitati a rientrare in se stessi per fare verità nella propria vita, ritornando ad avere nostalgia della casa del Padre, ad avere nostalgia cioè dell’amore di Dio. E dentro questa nostalgia dell’Amore, rialzarsi con coraggio per rimettersi in cammino verso la casa del Padre, come il figlio minore della parabola: Si alzò e tornò da suo padre.
E quando ancora era lontano dalla casa paterna, suo Padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Dio attende il figlio che si è allontanato e desidera abbracciarlo.
Quaresima tempo di riconciliazione
Vi è un luogo privilegiato in cui si può vivere maggiormente e sacramentalmente l’abbraccio di Dio: nel Sacramento della Riconciliazione. Il Sacramento della Riconciliazione non si deve vedere come un luogo di umiliazione, ma si deve vivere come il luogo dove si riceve l’abbraccio misericordioso di Dio Padre nel momento dell’assoluzione dei peccati che Dio dona attraverso il ministero del sacerdote.
Nel Sacramento della Riconciliazione Dio Padre misericordioso ci perdona i peccati commessi, rivestendoci della veste più bella, ci riveste cioè nuovamente della sua Grazia, ridonandoci la dignità di figli suoi amati.
Come accadde al figlio della parabola: Il Padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.
Letizia Franzone