Vangelo domenica 6 novembre / La vita è dove c’è relazione di amore, comunione e fraternità

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sadducei

Canto al Vangelo domenica 6 novembre ( Ap 1,5a. 6b )

Alleluia, alleluia. Gesù Cristo è il primogenito dei morti: a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Alleluia

Vangelo  domenica 6 novembre ( Lc 20,27 – 38 )

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Parola del Signore.sadducei interrogano Gesù sulla risurrezione

Riflessione sul vangelo di domenica 6 novembre

La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Luca che si apre con l’immagine dei sadducei che pongono la questione sulla risurrezione a Gesù.
I sadducei  facevano parte dell’aristocrazia sacerdotale del tempo, erano ricchi possidenti e negavano la risurrezione dei morti, ammettendo solo l’autorità del Pentateuco.

Alla domanda posta dai sadducei Gesù risponde affermando che anche Mosè ha indicato che i morti risorgono a proposito del roveto quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”.

Gesù risponde alla questione posta dai sadducei citando il racconto presente  nel Libro dell’Esodo quando Dio si rivela a Mosè come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe,  per affermare che Dio è Dio dei vivi e non dei morti: “Dio non  è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”.

Gesù risponde che la vita appartiene a Dio il quale ci ama e cammina insieme a noi.
La vita sussiste dove c’è relazione di amore, di comunione, di fraternità ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà.

La vita del cristiano deve essere una vita vissuta pienamente nell’amore di Dio, orientata tutta verso il suo Volto di amore. Il cristiano fonda tutta la sua esistenza sulla fede in Gesù Cristo, morto e risorto dai morti, ponendo la sua fiducia nel suo amore e credendo che  in Gesù Risorto si risorgerà nella beatitudine eterna contemplando Dio. Come ricorda il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa domenica: “Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto. Ascolta, Signore, la mia giusta causa, sii attento al mio grido. Porgi l’orecchio alla mia preghiera:sulle mie labbra non c’è inganno. Tieni saldi i miei passi sulle tue vie ei miei piedi non vacilleranno. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto”.

Letizia Franzone