Canto al Vangelo domenica 7 luglio ( Cf Lc 4,18 )
Alleluia, alleluia. Lo Spirito del Signore è sopra di me: mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Alleluia
Vangelo domenica 7 luglio ( Mc 6,1 -6 )
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? Che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Parola del Signore
Riflessione sul vangelo di domenica 7 luglio
La Liturgia di questa Domenica, presenta il brano del vangelo di Marco nel racconto di Gesù che insegna nella sinagoga, suscitando nei suoi compaesani, meraviglia ed incredulità.
Gli abitanti di Nazaret fanno il confronto tra l’umile origine di Gesù e le sue doti attuali.
E molti, ascoltandolo, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? Che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria […].
Gesù è un falegname, eppure parla in modo eccellente ed opera miracoli.
Gli abitanti di Nazaret sono scandalizzati dalla sapienza di Gesù. Dio è troppo grande per abbassarsi e parlare attraverso un uomo così semplice.
E’ lo scandalo dell’Incarnazione: Dio che si abbassa verso l’uomo per diventare suo compagno di vita e suo salvatore.
Spesso i pregiudizi umani, impediscono di cogliere e riconoscere l’opera della grazia di Dio nella realtà. Ma Dio ci invita ad assumere un atteggiamento di umile ascolto e di docile attesa perché la grazia di Dio si presenta spesso a noi in modi sorprendenti che non corrispondono alle personali aspettative.
Il cristiano deve aprirsi alla grazia di Dio, liberandosi di tutti quei pregiudizi e logiche umane che rinchiudono il cuore e velano lo sguardo impedendo di vedere la novità di Dio nella personale esistenza. Come ricorda il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa domenica: “I nostri occhi sono rivolti al Signore”.
Letizia Franzone