Vangelo domenica 9 luglio / Abbandonarsi con umiltà e mitezza all’amore di Dio per trovare ristoro

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trovare ristoro in Dio

Canto al Vangelo  domenica 9 luglio ( Mt 11,25 )

Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia

Vangelo domenica 9 luglio ( Mt 11,25 – 30 )

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore.trovare ristoro in Dio

Riflessione sul vangelo di domenica 9 luglio

La Liturgia di questa Domenica, presenta il brano del vangelo di Matteo nel racconto di Gesù che invita ciascuno ad andare da Lui per riposarsi e ristorarsi dalle fatiche e dalla pesantezza del quotidiano.
Gesù  sa quanto la vita può essere spesso pesante a motivo delle delusioni, dei dispiaceri, delle ferite presenti nel cuore umano.
Di fronte a tutto questo Gesù invita ciascuno a muoversi e a reagire dicendo: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”.

Nei momenti difficili e bui, si è portati spesso a chiudersi in se stessi e a fermarsi sotto il peso della tristezza. Ma Gesù ci fa comprendere che questo atteggiamento è sbagliato, invitandoci ad aprirci alla relazione con Lui con mitezza ed umiltà di cuore:”Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita”.

Aprirsi alla relazione con Dio con mitezza ed umiltà significa essere consapevoli della personale povertà e fragilità, bisognosi della costante grazia dell’amore di Dio.
L’umiltà dona la capacità di guardare se stessi nella verità della propria povertà, e la mitezza dona la capacità al cuore di abbandonarsi con fiducia all’amore infinito di Dio.
E  l’umiltà e la mitezza sono tipiche caratteristiche del cuore dei piccoli che sanno abbandonarsi con fiducia a chi li ama.

Il cristiano è invitato da Gesù a dimorare nel suo amore attraverso la costante preghiera,  la partecipazione ai Sacramenti e all’ascolto della Parola di Dio per trovare riposo e ristoro come i piccoli nelle braccia del proprio padre. Come ci ricorda il Canto Alleluiatico di questa Domenica: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno”.

Letizia Franzone

 

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