Ancora un riconoscimento, e prestigioso, per “A lu cielu chianau”, cortometraggio di Daniele Greco, acese, e del castellese Mauro Maugeri sulla festa dell’Assunta a Randazzo, che riceve, al Festival del cinema di Venezia, una menzione speciale al Premio “I Love Gai” (Giovani autori italiani), nato da una iniziativa Siae a cura di Lightbox; concorso che si è svolto al palazzo del cinema il 2 e 3 settembre. Il filmato fa parte del progetto “Sicily Folk Doc”, prodotto dall’associazione Culturale Scarti, producer Giulia Iannello. Il tema del cortometraggio – come si legge in una nota stampa della “Scarti” – si rifà alle feste popolari della Sicilia quale rito sociale. “A lu cielu chianau” è stato realizzato tra l’agosto del 2014 e maggio 2015, narra del borgo medievale di Randazzo, sito sulle pendici settentrionali dell’Etna, che custodisce la rinomata Vara. Si tratta di un carro trionfale alto 16 metri circa, che rappresenta il culto religioso dell’Assunzione della Madonna in cielo con la rappresentazione di personaggi viventi, nello specifico bambini, (protagonisti del documentario) legati ai tre misteri della Vergine Maria: la dormizione, l’assunzione, l’incoronazione; i bambini, vengono issati su un palo alto diciotto metri per poi
essere legati bene al fercolo, composto da una possente intelaiatura mascherata da tessuti, specchietti luccicanti così da regalare effetti ottici sbalorditivi, per poi sfilare in processione, vestiti da angeli e santi. Suggestiva la partenza, quando, lunghissime corde, anteposte al carro, tirate da adulti permettono al carro di staccarsi dall’impalcatura per avanzare superbamente per le vie del corso, omaggiati dai lanci, dai balconi dei residenti, di dolciumi, tutto accompagnato da canti. Proprio dal ritornello di tali canti prende ispirazione il titolo. I due giovani hanno saputo ben cogliere non solo la raffigurazione dell’identità storica dei randazzesi, ma anche il misticismo religioso. Il corto segue i protagonisti nei preparativi, nella tradizione, dove non alberga solo lo spettacolo e la sua pericolosità, ma sottolinea il potere del folklore, della sua capacità di tenere insieme intere comunità, che trovano la loro massima espressione di identità collettiva nel giorno della festa. Daniele
e Mauro entrano, in punta di piedi, nella realtà randazzese, lasciando che si presenti da sé, scomparendo in essa, cedendo il passo ai paesaggi visivi e sonori, colmi di emozioni dove persino la parola non trova ubicazione. La giuria, composta dal direttore artistico del Karlovy Vary International Film Festival, Karl Och, la costumista e scenografa Beatrice Bulgari, il direttore contenuti e comunicazione di Laeffe, Riccardo Chiattelli, ha prediletto il cortometraggio “per la capacità di raccontare con un climax drammatico un rituale popolare ancora vivo”.
Oltre a quello francese “A lu cielu chianau” ha ricevuto, in Italia, il premio per la migliore regia a “Corti di sabbia” “Quercianella” (Li); premio A.P.P.A.C.U.V.I. al “Cerano Film Festival” (Co); menzione speciale della giuria al “Festival del Cinema di frontiera” di Marzamemi (Sr); premio “Giovannello da Itala” a Corto di Sera, Itala (Me).
Maria Pia Risa
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