C’è tempo fino a domenica15 maggio per partecipare all’iniziativa “Versi di pace”, che “La Voce dell’Jonio” ha lanciato con l’intento di sensibilizzare le coscienze proprio alla pace.
E’ un’iniziativa che trae spunto da un evento di interesse planetario, come fu nel 2020 per la pandemia da covid che mutò radicalmente lo stile di vita del Paese, privandolo dei rapporti interpersonali e di ogni certezza.
In quell’atmosfera “La Voce dell’Jonio” “partorì” “Non vedo l’ora”, una raccolta di poesie che dava voce alle paure e alle speranze della gente.
Oggi è la guerra nell’Ucraina – ma ve ne sono altre nel mondo – a dare l’input per una nuova raccolta.
Si vogliono raccogliere testi, in versi e in prosa poetica, in lingua italiana e in dialetto siciliano. Ed, eccezionalmente, anche in altre lingue, se alle composizioni si accompagna la fedele traduzione in italiano.
Non è un concorso, ma, come è stato per “Non vedo l’ora”, un’iniziativa popolare che sia motivo di riflessione, anche dopo la fine della guerra, sui grandi principi di convivenza e fratellanza umane.
“Versi di pace” per poeti e gente comune
“Versi di pace” è rivolta ai poeti, riconosciuti come tali perché noti o comunque autori di pubblicazioni. Ma anche a gente comune che vuole cimentarsi nella nobile arte della poesia.
In particolare, vuole coinvolgere i ragazzi attraverso le scuole e i gruppi di aggregazione di cui fanno parte.
Molti testi sono già pervenuti e l’adesione di parecchi giovani indica che l’iniziativa interessa e cattura.
A carico dei partecipanti non è prevista alcuna spesa per iscrizione o contributo. Perché “La Voce dell’Jonio” non ha fini di lucro, ma è un’associazione di volontariato al servizio della Chiesa locale e della gente. Opera da molti anni sul territorio, oggi con la testata online www.vdj.it , che fa parte della Fisc, la grande famiglia dei giornali diocesani italiani, e come editrice cura la pubblicazione di libri.
Promuove e organizza nel contempo eventi culturali e formativi, anche per i giornalisti, fedele al motto “informare per formare” coniato a suo tempo da Orazio Vecchio, fondatore del giornale.
Il direttore de “La Voce”, Giuseppe Vecchio, crede molto in questo genere di iniziative. “Dobbiamo essere noi che ci occupiamo di cultura e operiamo per il bene comune – spiega – ad agire e dare l’esempio. Costruendo le premesse per relazioni umane sane che formino coscienze capaci di tenere lontani sentimenti di odio, razzismo e sopraffazione. Tutti dobbiamo contribuire a costruire un mondo migliore in cui la guerra venga bandita e regni amore, rispetto e solidarietà”.
Per questo – conclude il giornalista – si vuole dare voce a chi sa interpretare la realtà con la sensibilità del poeta. Condividendo poi con la comunità tutta il frutto di queste riflessioni”.
I testi devono essere inviati al gruppo organizzatore che tiene i contatti all’indirizzo mail: segreteria@vdj.it, entro il 15 maggio prossimo.
La redazione