Verso l’Anno Santo / Presentata la “road map”: buona manutenzione per il Giubileo, non grandi opere

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Impegno a rendere Roma più vivibile. Previsti piccoli e medi interventi che agevoleranno la circolazione pedonale. Predisposti quattro itinerari, dalle basiliche patriarcali di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore a San Pietro. È stato ricordato che “le grandi opere che il Papa vuole sono quelle di misericordia spirituale e corporale”

Non grandi eventi, ma interventi mirati per migliorare la vivibilità della città. Guardando ai pellegrini maripche affluiranno a Roma, dal prossimo 8 dicembre, per il Giubileo della misericordia, ma anche alla “Roma del 2025” e, al di là dell’evento ecclesiale, alla vita quotidiana dei cittadini. Questa la “road map” con cui la Capitale si prepara al Giubileo, illustrata questa mattina in Campidoglio dal sindaco Ignazio Marino e dal vicepresidente e amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, monsignor Liberio Andreatta, insieme all’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Pucci, e al presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi. Alla base, la convinzione che i pellegrini giungeranno a Roma “con un vero e proprio pellegrinaggio”, e quindi servono percorsi pedonali e ciclabili verso i luoghi di culto e, soprattutto, verso la basilica di San Pietro.

Percorsi pedonali per i pellegrini (e non solo). È di ieri la notizia dell’incontro tra Marino e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, cui ha partecipato pure il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: un faccia a faccia nel quale “sono stati sbloccati 50 milioni dal piano di gestione del debito storico di Roma, che vanno ad aggiungersi agli altri 150 di cui avevano già disponibilità”, ha reso noto il sindaco. Fondi che verranno spesi “per migliorare l’accoglienza e facilitare l’afflusso dei milioni di visitatori”, attraverso “piccoli e medi interventi, che agevoleranno in maniera decisiva la circolazione pedonale”. Verranno rifatti, tra l’altro, marciapiedi e attraversamenti pedonali per eliminare le barriere architettoniche, la parte destra di via della Conciliazione (guardando verso San Pietro) sarà pedonalizzata per i pellegrini, ma pure via Trionfale diventerà a senso unico per le auto, affinché quanti provengono dalla Via Francigena possano continuare il loro pellegrinaggio a piedi o in bici.

Quattro itinerari. Il cuore delle opere in vista del Giubileo, però, saranno quattro itinerari, dalle basiliche patriarcali di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore a San Pietro, che permetteranno di “scoprire, in piena sicurezza, alcuni degli angoli più belli e suggestivi della nostra città”. Gli itinerari toccheranno, oltre alle basiliche, le chiese di San Giovanni Battista dei Fiorentini, Santo Spirito in Sassia (Chiesa della Misericordia), San Salvatore in Lauro, Santa Maria in Vallicella e la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, attraversando luoghi di grande valore storico, artistico e archeologico, riscoprendo luoghi di culto che nel tempo sono stati pressoché abbandonati da cittadini e turisti. I primi due itinerari corrispondono al percorso seguito per secoli dai Papi, specialmente in occasione della loro elezione: passano dal Colosseo e prevedono due varianti, attraversando rispettivamente S. Maria in Vallicella e da S. Salvatore in Lauro. Terzo itinerario è il tradizionale “cammino del pellegrino”, passando per via di San Paolo alla Regola e la chiesa della Ss. Trinità dei Pellegrini. Infine, il “cammino mariano”, attraverso via Urbana, via dei Fori Imperiali e il Carcere mamertino.

Lavoro sommerso.
“Mentre i media si divertivano a parlare male di Roma e dire che non si fa niente, con l’assessore Pucci camminavamo per le strade per preparare un piano di accoglienza che fosse veramente utile”, ha rimarcato monsignor Andreatta, rivendicando la “lunga preparazione” che ha preceduto l’annuncio odierno ma pure il silenzio (“molti mi hanno insidiato con mail e telefonate per sapere quali erano le grandi opere del Giubileo, e non ho mai risposto”) per “non essere strumentalizzati”. Rispetto al Giubileo del 2000 sono molto più ridotti i tempi per la preparazione, come pure i fondi a disposizione, ma “il progetto presentato – ha sottolineato Andreatta – è realistico e realizzabile, e permetterà ai pellegrini di fare un’esperienza straordinaria”, mentre “le grandi opere che il Papa vuole sono quelle di misericordia spirituale e corporale”.

Una sfida per la città. La sfida verso il Giubileo è rendere più vivibile Roma, ma anche “ribaltare la visione che un grande evento comporti un grande trasferimento di denaro dallo Stato alla città”, ha evidenziato Marino. Quei 200 milioni, infatti, provengono dall’addizionale comunale all’Irpef pagata dai romani (e per la quale il Governo ha concesso di utilizzare la porzione – 4 per mille – abitualmente destinata a ripianare il debito accumulato dal Comune prima del 2008) e verranno usati – ha precisato il primo cittadino – “non solo per il Giubileo, ma per migliorare i trasporti e il decoro urbano anche per gli anni a venire”. “Non pensiamo ai prossimi 6 mesi, né solo al prossimo anno, bensì – ha concluso – alla Roma del 2025”. Una sfida non da poco di fronte alle tante piccole-grandi opere di cui la città ha bisogno.

Francesco Rossi

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