Siamo un gruppo di cristiani della parrocchia di S. Maria degli Angeli che settimanalmente ci riuniamo per esaminare la nostra vita alla luce del Vangelo, come catechesi permanente. Abbiamo pensato che potesse essere utile, per noi stessi e per gli altri, dire qualcosa sulle prossime elezioni comunali: quattro parole, non di più. Rivolgere l’attenzione solamente su certi presupposti che sono elementari, ma essenziali, per una politica locale. Presupposti che spesso, però, vengono trascurati e poco considerati. Perciò, con umiltà e spirito di servizio, ci rivolgiamo, prima, a noi stessi e, poi, anche agli altri cittadini del territorio e a tutti i candidati:
A noi cittadini
1º. Si faccia un uso attento e consapevole del voto, scegliendo quella persona che si sa o si presume sia onesta e preparata. Non la si scelga sulla base solo di promesse private senza tenere conto d’altro, né su semplice consiglio dell’amico che è amico del candidato. Teniamo gli occhi e la coscienza ben svegli! La superficialità nel dare il voto favorisce i candidati più furbi, più affaristi, creando un danno alla comunità;
2º. Si dia maggiore considerazione al voto alle donne. La comunità del territorio acese, come tutte le comunità umane di questo mondo, è composta da uomini e donne, e il Consiglio Comunale dev’essere rappresentativo degli uni e delle altre;
3º. Ci si orienti a non dare il voto a quei candidati che sono stati in politica già per due mandati, cioè dieci anni. Basta con “le carriere politiche”! Il ricambio di energie intellettive e professionali favorisce una maggiore democrazia nella nostra città, oltre ad attenuare i fenomeni di clientelismo, di “padronaggio” e di collusione mafiose che, tutti insieme, costituiscono il marchio di fabbrica della politica nel Meridione;
Ai candidati
1º. Chi si candida all’attività politica si disponga, con la mente e con l’animo, a lavorare per il bene comune. Da qui scaturisce la nobiltà e l’onorabilità della funzione politica.
Se, invece, il candidato furbescamente pensasse dentro di sé di usare la politica per i propri interessi e i propri affari, egli renderebbe ignobile la politica e disonorevole se stesso. Se lo ricordi!
2º. Nel caso il candidato venisse eletto, abbia sempre presente, nella mente e nell’animo, il settimo comandamento, “non rubare”. Non è un comandamento cristiano, è un comandamento di tutti, di ogni uomo dotato di ragione. E il politico dovrà tenerci più di ogni altro alla ragione e alla coscienza, pèrché lui tratta e si interessa del bene comune. E il bene comune è cosa sacra! E il politico, specie se cattolico, si ricordi anche di un’altra cosa: la gente, dandogli il voto nella cabina elettorale, gli dice. “Credo in te!”.
Dicendo queste cose, non è che subito, con uno schiocco delle dita, la politica di Acireale ora cambierà, migliorerà. Magari fosse così! I cambiamenti culturali sono lenti, faticosi. E noi del gruppo parrocchiale, molto umilmente, ci stiamo permettendo di ricordare a noi stessi per primi, che tutti possiamo dare una mano per far sì che nella nostra Città si abbia una politica sempre più giusta, più incisiva e più gradita anche al Signore oltre che ai cittadini.