Si è svolta, venerdì 26 aprile, presso il Palazzo D’ Amico di Acireale, la mostra, approntata dal Museo Diocesano e dall’ associazione “Cento Campanili”, “Vestimenta Sacra.”
Nella mostra si possono vedere i paramenti sacri, realizzati in seta, del Settecento e dell’ Ottocento della Diocesi di Acireale. La seta è il fil rouge della mostra “Vestimenta Sacra”, per capire bene il passato e anche il presente della città dei “cento campanili”.
Il dott. Fabio Grippaldi, coordinatore AMEI(Associazione Musei Ecclesiastici Italiani), ha fornito qualche particolare illustrativo. “La seta – ha spiegato – è strettamente legata alla storia e alla cultura di Acireale del Sette-Ottocento. Infatti gli alberi da gelsi, delle cui foglie si nutrivano i bachi da seta, erano un fattore caratteristico della nostra città con la tanto amata e “invidiata” granita di gelsi.
Fino a quando non li hanno soppiantati i vigneti “importati” dai napoletani e, a maggior ragione dagli inglesi”.
“La seta è anche uno dei motivi, se non il motivo, della forte devozione di Acireale a Maria SS. Annunziata (25 marzo), poiché il periodo di lavorazione della seta cominciava con l’ inizio della primavera, e i grandi proprietari della seta erano soliti fare voto alla Madonna Annunziata per la buona riuscita dell’ imminente raccolto. E pure la festa di S. Venera è strettamente legata alla seta, infatti una volta lavorata, questa veniva venduta nelle logge della Fiera Franca, proprio in quel periodo dell’ anno”.
Mostra “Vestimenta sacra”, l’importanza della simbologia
I paramenti sacri che si possono ammirare durante la mostra sono dei più svariati. Si va dai damaschi ai broccati, dai taffettas fino ai gros de tours. Addirittura vi sono paramenti di colore nero, colore ormai abbandonato dalla chiesa cattolica.
Ma non è tanto la bellezza e la pregiatezza, che la seta dà agli abiti, quanto la simbologia che vuole rappresentare.
Don Antonio Agostini ha spiegato che “I paramenti sacri in seta nascondono una forte simbologia, i pavoni rappresentano l’ immortalità, la pernice la fedeltà a Cristo, le rose e i peoni simboleggiano sia la Passione, che la Madonna. Tutto questo per ricordare una tradizione e una cultura che ormai non esistono più, ma che possono far riscoprire la storia e la bellezza di Acireale. La mostra non è un museo, ma cultura che vuole farci riscoprire e interessare alla storia”.
Sono intervenuti padre Giovanni Mammino, direttore del Museo Diocesano di Acireale, Maria Rosa Licciardello, presidente dell’associazione “Cento Campanili”, il dott. Fabio Grippaldi e don Agostino Agostini.
Giosuè Consoli