Continuiamo a testimoniare il nostro vissuto durante le tappe del viaggio in Terra Santa soffermandoci questa volta sulla visita a Cana di Galilea per confermare le promesse matrimoniali e al fiume Giordano per quelle battesimali.
A Cana, come in tante altre parti del territorio della Palestina, i Francescani hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo attivo di recupero e salvaguardia dei luoghi della vita di Gesù. Infatti a Cana, località che ricorda il primo miracolo di Gesù (la trasmutazione dell’acqua in vino), hanno eretto un santuario, consacrato nel 1906 alla presenza di Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto successivamente papa Giovanni XXIII, e ristrutturato nell’anno 2000.
Grazie alle ricerche di padre Alliata, sono state trovate le prove della presenza di culto prima dell’era bizantina; sotto la sacrestia sono state individuate abitazioni del I secolo, un mosaico in aramaico e reperti bizantini. Quello che conta, al di là degli aspetti materiali, è che il credente in quei luoghi rivive il racconto evangelico (Gv 2,1-11) e “avverte” la presenza di Gesù nella sua anima. Non solo, ma lì ci si predispone a confermare le promesse matrimoniali, come anch’io ho fatto assieme a mia moglie. Infatti l’amore di un uomo e di una donna nel testo biblico rappresenta l’amore di Dio per il suo popolo e questo diventa il modello di ogni amore, compreso quello coniugale.
Non può mancare in questo itinerario la visita al fiume Giordano, dove Gesù ricevette il battesimo da Giovanni Battista e lo Spirito discese su di lui in forma di colomba. Questo fiume è uno dei più sacri al mondo, scorre nel sud-ovest dell’Asia, giunge fino al Mar Morto ed è lungo 251 chilometri.
Il Nuovo Testamento afferma che Giovanni Battista lì amministrava il battesimo di penitenza per avere il perdono dei peccati. Lì si recò Gesù per essere battezzato (Mc 1, 9-11) e il Battista testimoniò che quel Gesù che stava battezzando era uno più forte di lui, che battezzerà “in Spirito Santo e fuoco” perchè figlio di Dio e Agnello di Dio.
Tante altre volte Gesù attraversò il Giordano durante la sua Missione e molti lo andavano ad ascoltare. Ma qui noi pellegrini ci predisponiamo al rinnovo delle promesse battesimali e alla partecipazione alla Santa Messa in una costruzione recente con una sala e un altare. Lascio immaginare l’emozione dell’immergersi totalmente o parzialmente nelle acque del Giordano e ricevere, alla risalita, l’acqua del battesimo dal nostro sacerdote accompagnatore.
Attraversare queste località corrisponde ad un viaggio dell’anima per il credente e rafforza la fede perchè tocca l’interiorità di ciascuno.. Non può considerarsi, pertanto, un semplice itinerario turistico.
Giovanni Vecchio