I primi evangelizzatori di Puerto Maldonado, i padri Domenicani, giunsero nel cuore dell’Amazzonia peruviana nel 1902, dopo un lungo e avventuroso viaggio a piedi. Venerdì 19 gennaio papa Francesco impiegherà molto meno tempo per arrivare in aereo in questa località, neppure eretta a diocesi (si tratta infatti di un ampio vicariato apostolico). Ma si tratterà comunque di un giorno storico, perché sarà il primo incontro diretto di Francesco con l’Amazzonia e sarà dedicato a tanti dei temi cari al Papa: le periferie, i poveri, le popolazioni indigene, la custodia del creato. Una brevissima ma intensa anteprima del Sinodo Pan amazzonico convocato per il 2019 in Vaticano.
“Sì in questi giorni siamo davvero al centro del mondo”, scherza il vicario apostolico di Puerto Maldonado, mons. David Martínez de Aguirre Guinea, anche’egli domenicano. “Qui siamo tutti contenti ed emozionati, ma non nervosi. Speriamo che il Papa ci riempia di entusiasmo, la gente si aspetta un incontro diretto, una benedizione, ma anche che porti consolazione e uno sguardo di misericordia, che il Papa ci faccia vedere il cuore di Cristo”.
Gli indigeni si sentono accolti e stimati dal Papa. Gli invitati speciali sono gli indigeni. Verranno da varie località amazzoniche per incontrare il Papa, che arriverà a Puerto Maldonado, alle ore 10 di venerdì 19 gennaio: dopo i saluti previsti, riceverà anche espressioni di affetto dall’infanzia missionaria e dai leader indigeni. Verso le 11 ci sarà il momento più atteso: l’incontro con le comunità native. “Tra gli indigeni si respira un entusiasmo incredibile – dice mons. Martínez -. Si sentono accolti, stimati dal Papa”. E vogliono ricambiare, a loro modo.
“L’altro giorno – prosegue il vicario apostolico – parlavo con un ottantenne indigeno, nel suo idioma perché non conosce lo Spagnolo. Diceva che il Papa è una guida importante, una guida saggia. E spiegava che l’accoglienza doveva essere all’altezza. Si stanno preparando con le loro danze, i loro prodotti, ma soprattutto con il loro entusiasmo e la loro gioia. Sarà un grande evento!”.
Ma tutta la comunità del vicariato di Puerto Maldonado è coinvolta. L’incontro con migliaia di fedeli avverrà sulla spianata dell’Istituto tecnologico superiore Jorge Basadre. Mons. Martínez spiega che c’è stata una lunga preparazione: “Ci siamo incontrati con le comunità, c’è stata un’assemblea diocesana, l’arrivo del Papa è come un termometro per la nostra Chiesa. Ci ha coinvolto ed entusiasmato, ci ha unito. Ma quello che conta è ciò che avverrà dopo”. Sono infatti richieste nuove strade di evangelizzazione: “Viviamo una nuova situazione sociologica, di smantellamento di comunità rurali e campesinos, molti arrivano in città. Questo richiede una ristrutturazione della pastorale, la formazione di catechisti attrezzati per i nuovi contesti urbani, una nuova attenzione ai legami nelle comunità e nelle parrocchie”.
Qui si ascolta il grido dei poveri. Non c’è dubbio, poi, che uno dei temi forti che emergerà dalla storica giornata di Puerto Maldonado sarà quello dell’enciclica Laudato Si’: “I poveri e la terra saranno al centro del messaggio – spiega ancora il vicario apostolico -. Qui si ascolta davvero il grido dei poveri, il Papa parlerà ad esclusi e scartati, che chiedono un modo di vivere più umano. Ma qui si ascolta davvero anche il grido della terra, si respira la necessità di custodire il creato, messo a rischio dallo sfruttamento, dalla contaminazione delle acque. Su questi temi il Papa si è già espresso, ma credo anche che ci sorprenderà ancora”. Mons. Martínez de Aguirre Guinea si congeda con un auspicio personale: “Spero che questa visita ci porti a vivere quanto egli scrive nell’Evangelii Gaudium. Il programma di papa Francesco è il programma di Gesù, speriamo che tocchi il cuore di molti, che queste siano giornate di conversione a Dio e di attenzione ai poveri. Sono contento che tante comunità così lontane e periferiche possano sentire il messaggio di Francesco”.
Bruno Desidera