Nell’ auditorium di Villa Cosentino a Valverde si è svolto un convegno dal tema “Come un fiore strappato: Istituzioni contro la violenza di genere e per la salvaguardia dei minori”.
L’ incontro ha offerto un’ occasione finalizzata a sensibilizzare contro la violenza di genere e prevenirla e a salvaguardare i minori.
Nel dibattito, introdotto dalla dott.ssa Loredana Di Biasi, assessore comunale con delega alle Pari opportunità, il sindaco Domenico Caggegi ha porto i saluti istituzionali.
Hanno moderato la prof.ssa Rossana Epaminonda, presidente del Consiglio comunale di Valverde e docente di Scuola Secondaria di primo grado presso l’Istituto Comprensivo “P. Gabriele Maria Allegra” e l’avv. Lucia Tuccitto, presidente dell’associazione Donne Giuriste Italia.
I relatori
Il tavolo tecnico si è arricchito della presenza della dott.ssa Anna Trinchillo, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario, della dott.ssa Veronica Sicari, vicepresidente del Centro antiviolenza “Galatea” e dell’ ADGI, della dott.ssa Giulia De Iorio, Curatrice speciale presso il Tribunale dei minorenni di Catania e attivista dell’associazione femminista “Città felice” e della dott.ssa Chiara Giuffrida, presidente della Consulta giovanile di Valverde.
Presente un folto numero di partecipanti, a riprova dell’ interesse e sensibilità per le tematiche proposte.
Avviata la discussione, le relatrici hanno espresso compattezza ed evidenziato quanto urgente e necessario sia educare al rispetto e alla valorizzazione delle differenze.
L’educazione alla legalità strumento propedeutico
E’ stata messa a fuoco la promozione della formazione e dell’educazione alla legalità come strumento propedeutico di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e sulla salvaguardia dei minori.
Dedicare la dovuta attenzione a quella che ormai è un’emergenza, è stato un punto di forza che ci coinvolge individualmente e come comunità. Non si possono più tollerare azioni scellerate come quelle che, negli ultimi tempi e anche in questi giorni, abbiamo visto e letto sui media.
Occorre l’operatività di tutti per promuovere la “mentalità” del rispetto e della libertà, soprattutto nelle nuove generazioni.
Basta femminicidi e basta violenze sui più deboli, sui fragili e sugli indifesi. Il cambiamento è urgente: dobbiamo agire in fretta!
Da diverse angolazioni si è ribadita la valenza che la scuola, quale luogo formativo primario, esplica per l’ affermazione di efficaci modelli culturali.
Attivare programmi di educazione alla affettività, alla parità di genere e alle differenze viste come una risorsa, sono dunque strategie prioritarie.
Scongiurare la “normalizzazione” della violenza nelle relazioni tra i pari, è una traiettoria obbligatoria che non conosce alternative.
Chiarire la pericolosa confusione tra amore e possesso, è un equilibrio da stabilizzare laddove si dovessero presentare anomale flessioni.
La scuola palestra di formazione
Nel corso del dibattito le illustri interlocutrici hanno condiviso che, per agire con concretezza, bisogna muoversi in sinergia. È necessario coinvolgere in progetti articolati, la famiglia, lo sport e le varie agenzie insistenti nel territorio.
Il lavoro “in rete” di questi nuclei educativi, farà emergere l’approccio e il linguaggio più adatto per rapportarsi con i ragazzi .
È chiaro che il supporto e la sensibilità delle Istituzioni rimangono sempre la colonna portante di ogni volontà volta ad educare e correggere comportamenti devianti.
Nella misura in cui esse offrono sostegno con risorse umane e finanziarie, avranno dato respiro ad ogni livello di progettualità.
Sentimenti di gratitudine sono stati rivolti a chi, quest’oggi, ha voluto dedicare un pò del suo tempo per questi approfondimenti. In particolare, un plauso è stato indirizzato agli studenti della locale scuola secondaria di primo grado, che hanno reso l’ uditorio vivace e propositivo.
Essi, con la partecipazione al concorso in cui si sono impegnati a produrre elaborati testuali e grafico-pittorici, hanno testimoniato quanto la violenza di genere e lo sfruttamento minorile siano fenomeni tristemente in crescita.
Intervenire con immediatezza, denunciare, difendere la propria e l’ altrui dignità, sono stati i verbi che hanno declinato con fermezza nei loro lavori.
Con la premiazione delle opere realizzate e con i saluti finali da parte del primo cittadino di Valverde, si sono tirate le somme.
La profondità poetica di De Andrè
Un forte senso di fiducioso ottimismo, ha accompagnato tutti gli intervenuti alla conclusione dell’interessante pomeriggio. Un attimo prima di lasciare l’auditorium, qualcuno dava un ultimo flash alla locandina dell’evento. Forse attratto da un verso della canzone “Hotel Supramonte” di De Andrè:”…passerà anche questa stazione senza far male, passerà questa pioggia sottile come passa il dolore”.
Il brano nasce come il racconto poetico dell’esperienza della prigionia vissuta da Faber e da sua moglie Dori Ghezzi, in seguito al rapimento. Ma in questa canzone si leggono moltissime altre cose. E’ questo il potenziale di De Andrè: racchiudere in poche strofe un universo intero.
Marcello Distefano