I fatti degli ultimi giorni ci dicono, tristemente, che la violenza di genere è in aumento, soprattutto tra i più giovani. Questo è confermato dai recenti fatti di cronaca. 37 casi di violenza sulle donne in otto mesi, in aumento rispetto al 2022. L’aspetto più inquietante è che molti di questi episodi avvengono all’interno delle mura domestiche. Ma la notizia che ha sconvolto l’opinione pubblica è lo stupro di gruppo a Palermo, da parte di alcuni giovanissimi, nei confronti di una coetanea. Dopo pochi giorni, a Monreale, un’altra violenza su due sorelle minorenni da parte di due familiari.
In questi momenti di sgomento possono essere d’aiuto i pareri degli esperti. Noi abbiamo parlato con lo psicologo criminologo Andrea Giostra di Palermo.
Dottore Giostra, secondo lei, da cosa scaturisce il problema violenza?
Il problema parte da un modello educativo che non esiste più. Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad una demolizione costante del modello pedagogico tradizionale e tipico della nostra cultura. Nel vecchio schema educativo erano in uso sia diritti che doveri, particolarità che sono state ormai demolite.
L’assenza totale di “empatia” (identificazione nelle emozioni degli altri) nei confronti della vittima, viene fuori da questo stravolgimento culturale.
Questa mancanza di educazione che deve costruirsi ad iniziare dall’infanzia, porta ad una totale assenza di identificazione con l’”altro”, cioè con i genitori, con i fratellini, con i compagni, con le donne. Solo con questo tipo di identificazione, che fa percepire le qualità positive o negative dell’altro, ci vediamo costretti, intimamente, ad agire in un modo o nell’altro.
In mancanza di queste capacità emotive l’altro non è più una persona ma un trofeo, un oggetto. È un qualcosa che serve ad esaltare il proprio io, il proprio narcisismo, attraverso le riprese, attraverso la condivisione e quindi ai commenti. I commenti, per loro, rappresentano gli applausi della loro comunity, il gruppo di pari dei quali fanno parte e da cui si aspettano il consenso. Un modello educativo che, un mattoncino per volta, è stato distrutto ed ha portato alla figura di adolescenti non empatici.
Dottore Giostra, quale potrebbe essere, ancora oggi, un modello positivo di crescita per i ragazzi?
Secondo me, ancora oggi, è il modello educativo e comportamentale dei salesiani. che è antico di oltre cento anni. Ha aiutato migliaia di giovani, e può ancora trascinare gli adolescenti. Esso si basa proprio sul rispetto, sulla disciplina, sullo studio e sui doveri più che sui diritti. Una società senza equilibrio tra diritti e doveri crea una realtà dove ognuno può pensare che ogni desiderio è un diritto. E tutto viene preteso anche con la forza, anche con la violenza.
Mariella Di Mauro