Si apre davanti a noi un nuovo anno sociale. Le fatiche del passato sono alle spalle, mentre si staglia un futuro che si dispiegherà giorno dopo giorno. Terminate le vacanze, ognuno si prepara a ritornare alla vita di sempre, riprendendo il lavoro interrotto durante le ferie. Proiettato verso la sede lavorativa da raggiungere, carico di energie, osserva, interagisce, contempla. Lungo il tragitto, si lascia catturare dalla bellezza degli alberi che si susseguono, si ferma al semaforo rosso e si guarda intorno. Vede dei giovani che ridono mentre mangiano delle brioches, degli anziani che si fermano all’edicola per comprare il giornale, una giovane coppia che con un bambino piccolo entra dal lattaio, e delle rondini che, volando, tracciano dei ricami in cielo, mentre sembrano interrompere con il loro garrire il rombo dei motori.
A volte si rientra al lavoro con una sorta di indefinibile pigrizia, pur conservando la gioia di chi attende un nuovo anno colmo di soprese di qualsiasi colore e intensità. Giungendo sul posto di lavoro, ognuno è chiamato a scegliere se vivere il tempo alienandosi o mettendosi a disposizione di tutti con responsabilità, per costruire una società più umana ed evangelica.
Pur in contatto con sentimenti contrastanti che si annidano nel cuore o con pensieri non sempre costruttivi nella mente, ogni persona ovunque è invitata dal senso della sua vita a decidere con quale atteggiamento vuole vivere: se combattere contro tutti e tutto, innescando un clima di competizione, per dimostrare di essere il più bravo tra tutti, o se collaborare con gli altri, per favorire un clima di fraternità e impiegare le energie per la custodia e la cura del bene comune. Prima o poi siamo chiamati a sciogliere i nodi della rivalità che non permettono di vedere l’altro in quanto persona, ma solo i singoli elementi che adombrano la totalità altrui, mettendo spesso in campo una lotta senza fine. Il gioco di potere, infatti, non favorisce la relazione tra persone nel rispetto della diversità dei ruoli e sotterra le regole che consentono la realizzazione di un progetto… ognuno fa e vive come vuole!
Come siamo coerenti sul campo di lavoro con il Vangelo che liberamente abbiamo scelto di vivere e quale valore diamo alle regole che fanno parte del pacchetto-lavoro, per poter raggiungere con gli altri gli obiettivi prefissi? Difendiamo solo il nostro fazzoletto di terra o contribuiamo a migliorare le condizioni lavorative di tutti senza confondere i ruoli e senza conquistare con la forza spazi di potere? Ci fermiamo al particolare o stiamo imparando ad avere una visione globale delle situazioni in cui siamo immersi? Facciamo costantemente una verifica sulla nostra condizione di vita, per capire se stiamo veramente male per cause fondate oppure siamo alla ricerca spasmodica del di più e del superfluo? Da che cosa dipende la nostra insoddisfazione e come il senso della nostra vita, Gesù Cristo e il Vangelo, illumina la quotidianità della nostra esistenza?
Gesù, il Figlio di Dio, non ha cercato di occupare spazi per esercitare il potere, ma ha vissuto la sua esistenza strutturando la sua vita alla presenza di Dio ed amando i suoi sino alla fine.
Si è chinato davanti a Giuda che, in seguito, lo ha tradito, a Pietro che lo ha rinnegato e ai discepoli che lo hanno abbandonato. Ha lavato i loro piedi, ha scelto di servire tutti, anche coloro che riteneva amici e che gli hanno girato le spalle, per rendere visibile, tangibile e credibile che si può amare fino a quel punto. Gesù non aveva vuoti da riempire, ma amore da donare nella gratuità, senza aspettare il riscontro.
Per essere ovunque suoi testimoni autentici, Gesù ci chiede di verificare le nostre relazioni. Ci invia in ogni luogo a metterci accanto ad ogni altro e a fare il primo passo in favore dei più poveri, per realizzare insieme la missione che il Signore ci affida. Ci invita a costruire una società fondata sul rispetto dei diritti fondamentali e personali, sull’amicizia, sulla giustizia, sulla solidarietà, sulla condivisione, sulla pace, sull’accoglienza anche del diverso, sul valore di ogni povero… Solo allora il Vangelo diventa realtà e la storia, illuminata dalla presenza dello spirito di Dio, diventa la visualizzazione dell’amore Trinitario, dove ognuno sente la bellezza del proprio e altrui esistere.
Diana Papa