Giorno dopo giorno, i racconti di cronaca si sommano, restituendoci un’immagine del nostro Paese sempre più incerta e sbiadita. Al netto della “crisi” persistente (che non è soltanto economica) e del malaffare omnipervasivo, sembrano ormai veramente pochi i punti fermi che accompagnano lo scorrere della quotidianità del popolo italiano.
Forse, resistono ancora alcuni “simboli” minori che, nel tempo, sono entrati a far parte delle abitudini e dei costumi di vita della gente semplice, soprattutto se comuni a più generazioni. Tra questi, alcuni appartengono all’ambito dei prodotti alimentari nostrani. Un esempio clamoroso? La mitica crema alla nocciola spalmabile: la “nutella”. Da oltre cinquant’anni, questa dolce prelibatezza allieta le nostre colazioni e merende, finendo anche per rivestire il ruolo di ambasciatore (non certo unico) del “made in Italy” sulle tavole imbandite dei golosi di mezzo mondo. Insomma, un indiscutibile, seppur minore e frivolo, vanto nazionale.
Ma come sarà mai venuta in mente al ministro dell’ambiente francese, Ségolène Royal, l’idea di attaccare frontalmente questo piccolo, ma apprezzatissimo, simbolo di “italianità”? Durante un’intervista televisiva di qualche giorno fa, infatti, la Royal ha invitato la gente a boicottare il prodotto, e non per ragioni di salute o d’igiene alimentare, ma perché la produzione di un suo componente (l’olio di palma) contribuirebbe addirittura alla “deforestazione massiccia che come conseguenza ha anche il riscaldamento climatico “. Insomma, la crema spalmabile più famosa del mondo, per la Royal sarebbe concausa della rovina dell’ecosistema globale. Beh, forse la “ministra” ha esagerato un po’, tant’è che dopo poche ore – e la replica secca della casa produttrice – ha pensato bene di scusarsi pubblicamente e di chiudere lì la polemica artificiosa.
Dunque, pericolo scampato, almeno per ora: la nutella e, insieme ad essa, l’onore del nostro Paese – o quanto meno il volto “spalmabile” di esso – sono salvi.
Certo, lascia alquanto perplessi l’idea di doversi gratificare per così poco, mentre tanti altri aspetti negativi della nostra vita nazionale continuano a farci “arrossire” davanti al mondo. Ma è pur vero che la rinascita di questo Paese dovrà pur partire da qualche punto fermo. E tra questi, pur se di scarso valore sociale, resta saldamente anche il pane e “nutella”.