Cristina Vitale, giovane cooperante originaria di Ragusa – informa una nota stampa – parte domani, giovedì 11 gennaio, per l’Uganda, dove lavorerà come amministrativa all’interno dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm nell’ospedale di Aber. 33 anni, studi in Scienze Politiche tra Napoli e Padova, Cristina Vitale non è alla sua prima esperienza in Africa: è già partita come volontaria per le slum di Nairobi, in Kenya, e come cooperante per quasi due anni in Zambia.
Proprio in Zambia ha conosciuto Odron, suo compagno, con cui sta per partire insieme alla figlia Kayla, di dieci mesi.
«Sono entusiasta di questa partenza – racconta Cristina Vitale – che questa volta ha un significato speciale, perché non sarò da sola, ma saremo in tre. Con le mie esperienze in Africa ho capito che lavorare sul campo, insieme alla gente del posto, mi piace molto e possibilmente vorrei farlo anche per tutta la vita. Quello che mi aspetta però è un lavoro per molti versi nuovo, come amministrativa di progetti anche complessi, in un paese nuovo e in un’area rurale. Mi hanno detto che ad Aber non c’è nulla, ma non sono spaventata: con una bambina di dieci mesi di sicuro non ci si potrà annoiare! Il mio compagno mi sostiene, mi aiuterà molto mentre io sarò impegnata nella sfida del nuovo lavoro e siamo felici al pensiero che Kayla potrà crescere un po’ più libera in campagna. Parto con il Cuamm, un’organizzazione che ho conosciuto bene mentre studiavo a Padova, con cui mi sono formata e sono sicura che imparerò molto, sia dal punto di vista professionale che umano».
Ad Aber – informa la nota stampa firmata da Linda Previato – Cristina Vitale seguirà l’amministrazione dei progetti di salute materno infantile di Medici con l’Africa Cuamm, in particolare “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, che in Uganda come negli altri sei Paesi di intervento del Cuamm vuole garantire il parto assistito alle future mamme e l’assistenza nutrizionale per loro e per i loro bambini nel periodo che va dall’inizio della gravidanza ai primi due anni di vita dei figli.È possibile sostenere il lavoro dei medici del Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org. Con 40 euro è possibile garantire il parto assistito, con 150 euro si può garantire a un bambino il trattamento completo contro la malnutrizione.
MEDICI CON L’AFRICA CUAMM
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti.
Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con oltre 1.600 operatori sia europei che africani; appoggia 19 ospedali, 45 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 1 università (in Mozambico).
PRIMA LE MAMME E I BAMBINI. 1000 DI QUESTI GIORNI
L’attenzione per la salute materno-infantile è una costante per Medici con l’Africa Cuamm, che nei sette Paesi in cui è presente in Africa (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) porta avanti il programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, puntando a garantire il parto assistito a 320.000 donne e l’assistenza nutrizionale per loro e i loro bambini nel periodo che va dall’inizio della gravidanza ai primi due anni di vita dei figli, mettendo in trattamento 60.000 i bambini malnutriti.
Sono 5 gli anni di intervento previsti (dal 2017 al 2021), 10 gli ospedali e i distretti di riferimento coinvolti, per un bacino di utenza di 3.000.000 di persone e un impegno economico di 15.000.000 di euro, in parte sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariverona, Compagnia di San Paolo, ma anche da donatori privati grandi e piccoli.