Il prossimo 23 febbraio, dalle 17 alle 20, si svolgerà ad Acireale, presso il teatro Turi Ferro, un importante convegno che vede la presenza delle associazioni della diocesi e del vescovo mons. Antonino Raspanti. Il titolo dell’incontro è emblematico : Circuito di solidarietà – L’Associazionismo in dialogo con il Vescovo .
Parteciperanno centinaia di volontari, operatori sociali, operatori culturali, educatori e quanti, nei vari modi ed a vario titolo, si impegnano per il conseguimento del bene comune.
Negli ultimi anni, dopo il periodo d’oro degli anni ’80 e ’90 in cui il volontariato vedeva l’adesione di milioni di italiani che scoprivano un modo nuovo, più organizzato, costante, per praticare la solidarietà, e veniva riconosciuto come istituzione fondamentale per il Paese ( Legge quadro 266/91), esso fa i conti oggi con una crisi di risorse, ma soprattutto di valori e quindi di motivazioni. I vari governi che si sono succeduti, le Istituzioni locali, regionali e nazionali, hanno contribuito fortemente allo snaturamento del volontariato chiedendogli e, per certi versi, costringendolo a compiti, servizi e ruoli non adeguati.
Nel mondo del volontariato si avverte l’esigenza di ritornare alle origini, ovvero ridisegnare la cornice entro la quale le attività, i compiti, devono essere ben definiti. Il volontariato deve ritrovare lo spirito di gratuità che lo rende libero e credibile, deve recuperare la pratica della solidarietà e della carità che gli consente di recarsi tra i poveri, gli emarginati, i malati, i carcerati, dove normalmente le Istituzioni sono assenti. Occorre recuperare con le istituzioni del territorio la sussidiarietà , ovvero la collaborazione sotto forma di aiuto originale e creativo, con il grande vantaggio dell’impegno del cuore e con il limite delle piccole risorse che sono a disposizione per chi dedica il suo tempo libero per il prossimo, e quindi rifiutare di sostituire le Istituzioni stesse in quei servizi che possono essere svolti con la competenza e le risorse che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini, come recitano gli articoli 1,2,11 della Costituzione. Occorre riconquistare la libertà da quei politici e potentati economici che si servono del volontariato non “per fare strada ai poveri ma per farsi strada con i poveri”, usando una celebre frase di don Milani.
E’ in questa visione sociale che si colloca l’impegno degli organizzatori che desiderano suscitare nei partecipanti una maggiore consapevolezza delle criticità ma anche delle opportunità del momento storico. Lo stare insieme, anche per un solo pomeriggio, ascoltando le testimonianza di molti operatori che nel silenzio, con umiltà e dedizione offrono il loro tempo, i loro talenti, per aiutare il prossimo, può suscitare la consapevolezza che una società più a misura d’uomo è possibile, che il vero cambiamento parte dal cuore e dalla coscienza di ciascuno, il resto verrà da se.
La relatrice del convegno, Marina Scardavi, fondatrice dell’associazione “La danza delle ombre” di Palermo che si occupa dei senza fissa dimora, ci parlerà del gravissimo problema della povertà che non coinvolge solo i senzatetto ma anche intere famiglie dove i genitori hanno perso il lavoro, la casa, tutto.
Dal vescovo si attendono parole di incoraggiamento e di speranza. La Chiesa cattolica, nei momenti bui della storia, ha sempre trovato la forza per disegnare nuovi orizzonti, cieli e terra nuova. Attraverso la testimonianza di molti religiosi e laici osservanti, anche a costo della vita, si è indicata la strada per la pace, la giustizia sociale e quindi lo sviluppo integrale della persona e della società.
Da questo convegno ci si aspetta un nuovo slancio per ripartire nella direzione giusta e trovare le forze per essere esempi credibili di impegno civico e solidale e quindi rinnovare, come lievito nuovo, ciascuno nei propri ambiti familiari, lavorativi e di impegno sociale, questa nostra società forse troppo egoista, ripiegata in se stessa, rassegnata.
Orazio Maltese