Gli Haters, o “odiatori del web”, sono il fenomeno che negli ultimi anni bersaglia vip o gente comune con insulti o con parole diffamatorie. Alcuni li chiamano “leoni da tastiera”. Entrambi sono il prodotto di un evento chiamato “effetto disinibizione del web”. Questa gente, grazie al presunto anonimato, manifesta il peggio di sé con la prospettiva di restare impuniti. L’odio con cui, notte e giorno, gli Haters colpiscono i vip che si espongono, spesso per lavoro, sui social è generato da sentimenti simili alla gelosia.
Per lo più sono persone che, esattamente come i bulli, sono dei perdenti, hanno un senso di inferiorità verso la società tutta. E cercano di rifarsi, protetti da un video ma non dalla polizia postale, della loro inettitudine, scagliando improperi verso chi ritengono superiori a loro. Alcuni di questi haters sono persone che, invece, tendono a sopravvalutare le proprie abilità e conoscenze tanto da mettere in ridicolo chiunque.
Gli haters, oggetto di studio sociologico
Questo fenomeno, purtroppo, è in espansione tanto che sarebbe diventato oggetto di studio per sociologia e psicologia sociale. I vip, bene o male, sono preparati a subire questi inconvenienti. Il peggio è quando questi fenomeni esplodono in piccoli centri urbani, dove si conoscono tutti. Con profili falsi, fake, cioè che non fanno riferimento a nessuna persona reale, gli Haters cominciano a prendere di mira una persona, ad offenderla o infamarla, attirando l’attenzione di tutto il paese e rendendo la vita del malcapitato o malcapitata, impossibile.
Proprio questo è successo a Calatabiano, piccolo centro della parte nord della provincia di Catania, nei confronti di una donna che per anni ha subito violenza verbale diffamatoria e sessista attraverso i social. A farlo è stato un gruppo facebook che si è divertito a lanciare insulti volgari. La signora ha presentato varie denunce agli organi di polizia e alla procura di Catania.
I presunti autori delle molestie sono comparsi, dinanzi ai magistrati, per l’udienza preliminare del processo. Accusati di cyberbullismo e rinviati a giudizio per il prossimo 13 maggio. Il dibattimento consentirà di far luce sui fatti denunciati dalla vittima e saranno accertate le responsabilità sugli episodi che hanno turbato, oltre che la vittima, l’intera comunità di Calatabiano.
Mariella Di Mauro