Zafferana Etnea si prepara a festeggiare i cento anni del Bar “Donna Peppina“ e i venticinque anni della gestione di Alfio Leonardi. Il laboratorio dolciario è il più conosciuto e rinomato della zona etnea. Un luogo attorno al quale ruotano le vicende storiche della comunità zafferanese.
Molti scrittori fra i quali Vitaliano Brancati, Ercole Patti, Federico De Roberto, Matteo Collura, nelle loro opere fanno cenno e sottolineano la prelibata pasticceria zafferanese. Anche nel film “Un caso di coscienza“ , girato da Giovanni Grimaldi a Zafferana Etnea e uscito nelle sale cinematografiche nel 1970, ci sono immagini che riprendono la dolceria “ Donna Peppina“.
La nascita del laboratorio dolciario risale al 1924 e vide la luce grazie all’intraprendenza e all’ inventiva di una zafferanese, Giuseppa Finocchiaro, detta “Donna Peppina“.
La Finocchiaro può essere definita la prima imprenditrice nel settore dolciario. Si sposò due volte, il primo marito si chiamava Romeo, mentre il secondo portava il cognome Rinaldi e faceva il pasticciere.
Nel bar “Donna Peppina” due specialità: lo Sciatore e la Siciliana
Nel laboratorio si inventarono due prodotti destinati a passare alla storia. Lo “Sciatore“, il cui nome si deve al gradimento di quanti, soprattutto appunto, sciatori, transitando da Zafferana per salire sull’Etna si fermano al bar. Lo Sciatore è un biscotto morbido ricoperto di “liffia” (glassa).
Poi c’è la “Siciliana“, un calzone fritto e ripieno, tradizionalmente, di tuma e acciuga salata, accompagnata da pepe.
Fra gli anni cinquanta e settanta il bar “Donna Peppina“, è utilizzato anche per ricevimenti, matrimoni, prime comunioni, cresime, battesimi, lauree e compleanni, allestiti nel salone del primo piano.
Molti zafferanesi ricordano i deliziosi pranzi di “Donna Peppina“ con menù di pasta al forno, timballi di riso e secondi di salsiccia, lacerto, cotolette, polpettone, polli al forno.
Inoltre i ricevimenti erano allietati da complessi musicali i cui componenti erano musicisti locali. Angelo Di Mauro, ricorda con emozione quando negli settanta, aveva iniziato a lavorare come pasticciere nel laboratorio e descrive “Donna Peppina“ come persona intraprendente, creativa, affabile, umile e accogliente.
Alfio Leonardi ora gestisce il Bar
Nel 1984 all’età di 91 anni, “Donna Peppina“ muore e la dolceria viene gestita dal nipote Giuseppe Coco fino al 1999. In seguito la licenza fu ceduta ad Alfio Leonardi, alla sorella Vera e al cognato Massimo Torrisi.
Adesso il bar è gestito con passione e dedizione da Alfio Leonardi che da parecchi anni svolge anche servizi di catering.
Graziella Torrisi, moglie di Leonardi, ha sottolineato come “Maria Coco, figlia di Giuseppe Coco, abbia cercato mio padre Alfio Torrisi, per vendere l’attività. Secondo me è stata una donna lungimirante, perché solo in questo modo ha potuto continuare la tradizione culinaria, producendo gli stessi prodotti tipici di “ Donna Peppina”.
La Torrisi, inoltre, ha spiegato che dall’aprile 2023, presso il bar si svolge “ Il Caffè Letterario”. Protagonista del primo appuntamento la presentazione del libro di Catena Fiorello, seguita da apericena. In occasione del centenario che sarà festeggiato il 30 settembre, sarà allestita una mostra storico-fotografica. Inoltre vi sarà la partecipazione del cantastorie del ventunesimo secolo Luigi Di Pino e sarà presente anche la Federazione Italiana Liberi Pasticcieri che realizzeranno per l’evento una torta gigante.
Giuseppe Russo