Zafferana / Lunedì 22 riapre, rimesso a nuovo, il “Donna Peppina”, uno dei più noti bar, e non solo, dell’area etnea

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Il "Donna Peppina" nella piazza principale di Zafferana Etnea

Sono in fase di ultimazione i lavori di restauro del bar “Donna Peppina“ di Zafferana, uno dei più famosi locali dolciari dell’area etnea. La

Il “Donna Peppina” all’angolo tra la piazza e la via principale di Zafferana Etnea

riapertura è prevista per lunedì 22 maggio.
Molti scrittori siciliani fra i quali Vitaliano Brancati, Ercole Patti, Federico De Roberto, Matteo Collura, nelle loro opere, ne fanno cenno e sottolineano la prelibata pasticceria zafferanese. Anche nel film “Un caso di coscienza”, girato da Giovanni Grimaldi a Zafferana Etnea e uscito nelle sale cinematografiche nel 1970, ci sono immagini che riprendono la prestigiosa pasticceria zafferanese.
Le origini risalgono attorno agli anni venti, il laboratorio docliario fu creato grazie all’intraprendenza di una zafferanese, Giuseppa Finocchiaro, detta “Donna Peppina“. In questo laboratorio furono inventati due prodotti destinati a passare alla storia: lo “Sciatore“, il cui nome si deve al gradimento di quanti, soprattutto appunto sciatori, transitando da Zafferana per salire sull’Etna passano dal bar; è un biscotto morbido ricoperto di cioccolata (liffia); e la “Siciliana“, un calzone fritto e ripieno, tradizionalmente, di tuma e acciuga salata accompagnate da pepe.
Fra gli anni cinquanta e settanta il bar “Donna Peppina“ viene molto utilizzato anche per ricevimenti, matrimoni, prime comunioni, cresime, battesimi, lauree e compleanni che vengono allestiti nel salone al primo piano. Molti zafferanesi ricordano i deliziosi pranzi di “Donna Peppina“ con menù di pasta al forno, timballi di riso e secondi con salsiccia, lacerto, cotolette, polpettone, polli al forno. Inoltre i ricevimenti erano allietati da complessi musicali i cui componenti erano musicisti zafferanesi.
Con grande emozione Gaetano Cavallaro (proprietario del ristorante “Orchidea”) che dal 1959 al 1969 fu apprendista pasticciere presso la dolceria “Donna Peppina“, ricorda che era sempre accanto all’imprenditrice zafferanese nella

Donna Peppina

preparazione dei prelibati pranzi. Cavallaro sottolinea quando da giovedì fino alla domenica mattina lavorava incessantemente nella preparazione degli sciatori, delle paste di mandorle e della frutta martorana. L’imprenditrice zafferanese era una donna molto generosa e creativa, come ricorda l’insegnante Rosa Salemi.
Nel 1984, all’età di 91 anni, “Donna Peppina“ muore e la dolceria viene gestita dal nipote Giuseppe Coco fino al 1999. In seguito la licenza fu ceduta ad Alfio Leonardi, alla sorella Vera e al cognato Massimo Torrisi. Nel 2005 muore all’età di 81 anni Giuseppe Coco. Adesso il locale viene gestito con passione, dedizione e impegno da Alfio Leonardi e dalla moglie Graziella Torrisi, la quale ricorda che fu suo padre, il cav. Alfio, a fare acquistare, a lei e al marito, la licenza del “Donna Peppina“, e a trasmetterle le ricette per la preparazione degli sciatori e delle paste di mandorla perché  da adolescente lavorava come apprendista nel bar “Donna Peppina“.

Giuseppe Russo

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