Come da programma presentato dalla Consulta della Cultura, si è tenuta nei i locali della Zelantea, presso il palazzo del Comune di Acireale, la presentazione della ristampa anastatica del volume “Dante e la Sicilia – ricordi” di Lionardo Vigo.
La serata è stata organizzata dall’accademia degli Zelanti e dei Dafnici. E’ stata cura del presidente dell’Accademia, dottor Michelangelo Patanè, porgere i saluti e fungere da moderatore.
L’avvocato Salvo Emanuele Leotta, presidente della Consulta della Cultura, ha ringraziato l’Accademia per essersi inserita nella programmazione con un argomento così importante.
Il saluto del sindaco che ha letto Dante
E’ seguito, poi, il saluto del sindaco della città, ingegnere Stefano Alì, che, dopo aver ringraziato tutte le associazioni che si sono impegnate e continuano ad impegnarsi in questi festeggiamenti, ha parlato dell’importanza di ricordare il sommo poeta.
Anche il sindaco, che nel progetto “Acireale legge Dante” ha letto il primo canto dell’inferno, aprendo la rassegna, ha avuto una sensazione positiva riaccostandosi, con la saggezza del tempo e con tanta piacevolezza, a quello che aveva studiato da ragazzo.
La relazione del prof. Mineo sul libro di Lionardo Vigo
Il professore Nicolò Mineo, quindi, ha relazionato sul libro del Vigo. Ha dichiarato che è rimasto colpito da come l’autore parla di Dante. Anche se alcune delle sue affermazioni non sembrano vere, come quella che Dante visitò la Sicilia. Il sommo poeta, secondo Mineo, non poteva non interessarsi della nostra isola, un luogo magico: situato al centro del mediterraneo, e centrale per la stessa Italia. L’aspetto sociale, culturale, mitologico che da sempre ha affascinato il mondo, ha appassionato anche l’Alighieri.
Il prof. Mineo ha spiegato, poi, che nell’antichità la posizione geografica in cui si immaginava la Sicilia non corrispondeva a quella che oggi conosciamo. Nel libro, il Vigo, dà grande spazio alla storia dove parla di un eroe, Federico II di Aragona che, nonostante il papa Bonifacio VIII , non amato da Dante, fu incoronato re di Sicilia nel 1296 con grande entusiasmo del popolo. Dopo con la pace di Caltabellotta ebbe il titolo d Re di Trinacria.
Vigo e il suo rapporto con Dante
Vigo analizzò tutti i suoi contatti con Dante; si disse che avesse dedicato a lui la cantica dell’Inferno e che gli aveva fatto dono di una copia. In seguito la sua dedizione, però, cambia. Nel purgatorio fa dire a Manfredi a proposito di Federico II, ancora vivente, che non aveva continuato le virtù del padre. Nel Paradiso dirà che era avido e che era un cattivo regnante.
Il prof. Mineo si è soffermato, anche, a parlare del libro di Achille Mazzoleni, “La Sicilia nella Divina Commedia”. E si è detto piacevolmente stupito che a pubblicare la ristampa sia stata l’associazione “Alumni”, degli ex alunni del liceo classico Gulli e Pennisi.
Mineo ha concluso sottolineando quanto sia importante che gli ex alunni continuino a dare significato alla storia di una scuola.
Mariella Di Mauro