Appuntamento culturale di grande spessore quello organizzato presso la Basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, dove il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, e il segretario generale della Comunità di Sant’Egidio, prof. Adriano Roccucci, hanno presentato il volume “Lo spirito di Assisi: dalle religioni una speranza di pace” (ediz. San Paolo).
Il libro, pubblicato dalla Comunità di Sant’Egidio in occasione del 25° anniversario dell’incontro di Assisi tra i rappresentati delle religioni mondiali (27 ottobre 1986), rende merito della “visione” che condusse a quello storico incontro: la visione profetica del papa Giovanni Paolo II di un pellegrinaggio lungo i percorsi della Storia, alla ricerca della Pace, quindi, in ultima analisi, alla ricerca di Dio. La Comunità di Sant’Egidio ha raccolto l’eredità di quella giornata ed ha continuato a vivere e a promuovere lo spirito di Assisi – amicizia, preghiera e impegno per la pace – negli incontri annuali di preghiera per la Pace, dal 1987 fino all’ultimo incontro di Monaco, nel settembre scorso, raccogliendo, in questo pellegrinaggio di pace, sempre più uomini e donne di religione diversa, uniti dal desiderio di costruire insieme vie di pace.
Il prof. Roccucci, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Roma 3, ha voluto evidenziare come tre sono i messaggi che ci lascia questo lungo itinerario: innanzitutto, la consapevolezza che la Pace è un fatto spirituale, perché si ricerca attraverso quella che Giorgio La Pira definiva la “forza storica della preghiera”, una forza che è in grado di cambiare la Storia perché cambia il cuore degli uomini; in secondo luogo, il valore del dialogo nella sua visione antropologica (la vita dell’uomo è, infatti, per sua natura dialogica); infine, l’importanza dell’arte del convivere, per riuscire a gestire le ineliminabili differenze esistenti tra persone che vivono nello stesso spazio.
Mons. Raspanti, nel suo apprezzato intervento, ha poi sottolineato come nell’incontro di Assisi del 1986 i rappresentanti delle religioni, per la prima volta, si sono trovati insieme senza mediatori (personalità della politica o dell’economia), guadagnandosi così uno spazio autonomo nell’agorà pubblica. Si sono, infatti, reciprocamente riconosciuti nella preghiera, rivendicando il ruolo delle religioni come portatrici della trascendenza nel comune impegno della ricerca della pace. Lungi dal legittimare una sorta di sincretismo religioso, ciò ha significato il reciproco riconoscimento del valore dell’alterità (che è il contrario dell’indifferenza).
Guido Leonardi